"Quest'anno abbiamo assistito a un salto di qualità, con le dichiarazioni improvvide di qualche consigliere comunale, che pensa di risolvere il problema vietando le piazze ai sindacati: pericolosa concezione della democrazia e ignoranza delle tradizioni della città che dovrebbe rappresentare.Cgil, Cisl e Uil di Torino puntualizzano". Così i confederali locali replicano a chi vorrebbe una festa dei lavoratori senza sindacati.

"Il Primo maggio a Torino è una festa. È stata sempre, ed è ancora, la festa di tutta la città – sottolineano le sigle torinesi – e anche ieri, sotto la pioggia, migliaia di persone hanno voluto esserci, perché il corteo del Primo maggio è il simbolo dell'unità del lavoro, di quel lavoro che in questi anni è cambiato, è stato frammentato, a volte reso più debole e privato dei diritti. Hanno sfilato insieme giovani e anziani, lavoratori stabili e precari, pubblici e privati e disoccupati. In piazza San Carlo, come ogni anno, si sono condivise preoccupazioni e speranze, ascoltando gli interventi dei lavoratori e il comizio conclusivo. Torino è sempre stata una bella piazza, perché è la città del lavoro e vorremmo che continuasse a esserlo".

"Nel corso degli ultimi anni – affermano ancora i sindacati –, abbiamo dovuto affrettare l’andatura del corteo e, spesso, fermare la festa in anticipo, interrompendo concerti e iniziative collaterali, perché purtroppo esistono gruppi che concepiscono la democrazia come possibilità d'impedire agli altri di esprimere le proprie opinioni e di portare a termine le proprie manifestazioni. Anche quest’anno le forze dell'ordine sono intervenute per permettere lo svolgimento del corteo e degli interventi".

Cgil, Cisl e Uil sottolineano che "i mezzi d'informazione descrivono gli scontri tra le frange della contestazione e la polizia, che, puntualmente, vengono ripresi dai notiziari nazionali e soppiantano qualsiasi altro contenuto del Primo maggio torinese. Ovviamente continueremo a manifestare, ogni qual volta riterremo giusto farlo e festeggeremo il Primo maggio, perché il lavoro è dignità e libertà delle persone, fondamento della democrazia e della Costituzione italiana".