Opere pubbliche a tutela del territorio e buona occupazione sono gli obiettivi che Cgil, Cisl e Uil stanno per raggiungere grazie a un lungo lavoro di contrattazione con la Regione Liguria. Qualche mese fa, su sollecitazione sindacale, è partita la “Cabina di regia” per il rilancio economico e produttivo regionale; tra le priorità individuate da tutte le parti sociali c’è la necessità di intervenire nella lotta al dissesto idrogeologico per il recupero e la messa in sicurezza di siti connotati da gravi criticità, nonché la loro manutenzione. Per una regione fragile e martoriata come quella ligure, la cura del territorio rappresenta una sorta di prerequisito per poter attrarre investimenti e scommettere sul futuro. La scelta fatta è quella di trasformare 25 milioni di risorse messe a disposizione dai fondi europei in una grande occasione per imprese e lavoratori, premiando aziende virtuose e maestranze specializzate del territorio.

Si tratta di lavori destinati a partire nei prossimi mesi, dai quali ci si aspetta di fornire una prima risposta al dilagare del problema delle nuove povertà, prevedendo un impegno concreto per l’assunzione dei lavoratori più svantaggiati. A questo riguardo, vale la pena di segnalare che almeno il 20% del personale necessario a eseguire i lavori verrà reclutato attingendo a particolari fasce segnalate dai Centri per l’impiego, a partire da chi beneficia del Sostegno per l’inclusione attiva (Sia) e dai disoccupati con almeno 500 ore di contribuzione presso le Casse edili liguri. Tra giugno e luglio verranno aggiudicati i primi 10 milioni di euro, suddivisi in 6 lotti: i lavori dovranno essere conclusi entro la fine del 2018.

Cgil, Cisl e Uil della Liguria di comune accordo con tutte le associazioni di rappresentanza delle imprese hanno convenuto di suggerire alla Regione l’adozione di criteri di aggiudicazione dei lavori che premino la qualità (80 punti) rispetto al prezzo (20 punti). Per aiutare il tessuto produttivo a crescere, infatti, tutte le parti sociali hanno invitato la Regione a costruire le condizioni per sostenere le aziende strutturate, quelle che hanno mezzi e personale per operare e non fanno ricorso al subappalto.

Per quanto concerne la parte economica, si è sottolineato la necessità di procedere mediante interpolazione con il metodo bilineare, allo scopo di escludere le offerte più basse e prevedere esplicitamente il ricorso al contratto collettivo nazionale di settore, eliminando la possibilità di fare dumping. In questi mesi la Cgil della Liguria è stata fortemente impegnata in questa partita, che va finalmente nella direzione giusta con un primo e concreto segnale alle imprese liguri e ai tanti giovani in cerca di occupazione, ma che rappresenta anche un’opportunità per rimettersi in gioco per i tanti che durante la crisi sono stati espulsi dal mercato del lavoro e vivono ai margini della società. Spetta alla Regione ora dimostrare che i fondi europei possono diventare un’occasione di sviluppo e uno strumento di coesione sociale.

Federico Vesigna è segretario generale Cgil Liguria