Oggi in Italia i servizi per le dipendenze versano in un vero e proprio stato di emergenza. "Tra strutture fatiscenti, tagli lineari, vaste sacche di precariato, condizioni di lavoro al limite, insieme a politiche di criminalizzazione sul consumo e al generale disinteresse da parte del governo, sono ormai servizi sull'orlo del tracollo, che rischiano di arrivare all'incenerimento”. Questo il netto giudizio della Funzione pubblica Cgil nazionale sullo stato dei servizi che si occupano delle dipendenze, a conclusione della giornata di studio e riflessione dal titolo "(In)Dipendenze. Lo stato dei servizi e le proposte della Fp Cgil", che si è tenuta ieri (30 novembre) a Roma. Una giornata che ha voluto rimettere al centro del dibattito il tema dei servizi pubblici e del privato sociale, che si occupano di prevenzione, cura e contenimento dei rischi nei confronti dell'uso di sostanze e delle diverse dipendenze che travolgono la società odierna. 

Dalle droghe al gioco d'azzardo oggi il panorama delle dipendenze si è molto diversificato e si è ampliato il ventaglio delle sostanze utilizzate dagli utenti e a cui si trovano di fronte le tante operatrici e i tanti operatori del settore, continua il sindacato del lavoro pubblico. “Per questo sta diventando quanto mai necessario mettere in campo un cambiamento alla base del modello organizzativo dei servizi e improntarlo su un approccio diverso: un approccio che dev'essere finalizzato alla prevenzione e al contenimento dei rischi che, uniti a un sistema di cura efficace e differenziato, possa essere in grado di dare servizi di qualità e risposte vere alle persone, personalizzando i loro percorsi terapeutici”.

Si deve ripartire “dalla valorizzazione delle professionalità coinvolte nel settore. Solo con il rafforzamento degli organici, con la stabilizzazione delle enormi sacche di precariato e lo sblocco del turnover, insieme al rinnovo del contratto, si può dare dignità a un settore fondamentale, considerato sinora solo come marginale”. È estremamente difficile, prosegue, “elaborare e praticare forme diverse di intervento, servizi di prossimità più efficaci, mortificando la professionalità e le competenze delle operatrici e degli operatori, acquisite spesso direttamente sul campo”. 

Un cambiamento radicale, conclude la Funzione pubblica Cgil, “di cui noi vogliamo essere promotori che rimetta al centro gli utenti, garantendo loro di vivere le proprie scelte in maniera consapevole, sicura, con autonomia e dignità, e gli operatori, mettendo a disposizione risorse certe per realizzare servizi di qualità, territoriali e a rete, innovativi e sperimentali. Un cambiamento che deve partire dal mettere a regime gli interventi di cui è stata verificata la reale efficacia nei confronti della platea di consumatori, in particolare quelli della prevenzione e della riduzione del danno”.