Incontro decisivo, oggi (5 maggio), al Ministero dello Sviluppo economico per fare luce sulla vertenza Italcementi. I sindacati incontreranno nuovamente gli addetti del ministero e l'azienda per avere notizie certe su una vicenda che si trascina ormai da tempo. 

Dopo, lo sciopero del 29 aprile scorso, che ha fermato tutti gli impianti italiani, e la manifestazione nazionale di Bergamo, infatti, il futuro dei lavoratori resta ancora appeso a un filo. Nel luglio scorso  Heidelberg Cement ha acquistato Italcementi dalla famiglia Pesenti. Il piano successivamente presentato da Bernd Scheifele, Ceo del gruppo tedesco, però prevede 415 esuberi su 2.500 addetti in Italia, entro il 2020. Mentre altri 250 licenziamenti verranno formalizzati negli altri siti produttivi entro il settembre 2017. 

Heidelberg vuole mantenere l’intera struttura industriale in Italia e il brand Italcementi. L’i.Lab di Bergamo, che rimarrà l’headquarter italiano, però, diventerà sede della divisione di Ricerca e sviluppo di prodotto di tutto il gruppo. I tedeschi, però, hanno deciso di non dotarsi di headquarter sub-regionali, quindi alcune funzioni di staff e amministrative verranno invece accentrate nella nuova controllante. Nel dettaglio, il piano, da completare entro il 2020, prevede la riallocazione in altre sedi all’interno del gruppo di circa 170 persone. Eventuali esuberi a Bergamo, tra le 230 e le 260 unità, verranno poi gestiti attraverso la Cassa Integrazione, che non sarà ampliata rispetto ai numeri stabiliti dalla procedura già concordata da Italcementi. Inoltre, verranno negoziati con i sindacati specifici accordi di uscita anticipata. Al termine del periodo di transizione, nel 2020, nella sede di Bergamo rimarranno 210-250 persone.

Questa prospettiva, com'è ovvio, è stata fortemente contrastata dai sindacati che sin da subito hanno avviato una forte mobilitazione, con diversi scioperi territoriali, presidii e manifestazioni. Dopo un lungo silenzio da parte dell'esecutivo e del ministero, c'è stato un incontro lo scorso 20 aprile tra governo e sindacati. Incontro che la proprietà tedesca ha disertato, suscitando il forte disappunto degli altri due attori della vertenza. In quell'occasione Filca Cisl, Feneal Uil e Fillea Cgil hanno finalmente avuto occasione di presentare al viceministro dello Sviluppo economico Teresa Bellanova un ventaglio di proposte da avanzare a Heidelberg Cement. 

Tra le proposte dei sindacati c'è quella di istituire in tempi brevi, anzitutto, un tavolo di confronto coordinato dal ministero (con la presenza delle proprietà vecchia e nuova, delle segreterie nazionali dei sindacati di categoria e del ministero del Lavoro) per rivedere il piano industriale presentato. L'intento, però è quello di mantenere a Bergamo il Centro tecnico di assistenza, in modo da ridurre sensibilmente il numero degli esuberi, e di potenziare il Centro di ricerca di Bergamo sempre allo scopo di azzerare gli esuberi. 

Poi è stata la volta dello sciopero generale di otto ore di venerdì scorso, con presidi in tutti gli stabilimenti e la grande manifestazione di Bergamo. Oggi, ci sarà infine  la tappa romana al Ministero, che si spera faccia chiarezza sulla situazione.