Sventolerà a breve la bandiera nipponica sullo stabilimento di Weissenfels tech chains di Tarvisio. Come riporta il Messaggero Veneto l'asta per la cessione è stata infatti aggiudicata ieri in via preliminare al colosso giapponese Kito, 2.500 dipendenti e mezzo miliardo di euro. La sua è stata l'unica offerta che si è materializzata sulla "scrivania" della curatrice Paola Cella. Unica, ma affatto trascurabile. Per Weissenfels, Kito ha infatti offerto 5 milioni di euro, più un milione per assicurare 1 esercizio provvisorio e 250 mila euro per interventi sui macchinari. Totale: 6,25 milioni. Oltre all'impegno di riassumere tutti e 85 i dipendenti.

Perché l'operazione si concluda bisognerà attendere ancora 10 giorni, il tempo previsto dalla legge fallimentare per eventuali offerte migliorative. Ma l'attesa sembra in questo caso una formalità, visto che già stamattina il sindacato si prepara a incontrare i vertici aziendali, volati in Friuli dal Giappone e dagli Stati Uniti. A partire da una vecchia conoscenza di Weissenfels, Steve Lister, già braccio destro di Melzi negli Usa, uno che conosce bene l'azienda di Tarvisio, la sua storia, il suo valore. Le premesse paiono buone. E tutti, dai lavoratori passando dal sindaco di Tarvisio alle parti sociali, sperano sia la volta buona, dopo i tanti cambi al timone.

”Un calvario per i lavoratori - ricorda Gianpaolo Roccasalva, segretario di Fiom Cgil -, speriamo l'ultimo. Oggi ascolteremo i dettagli del piano industriale e le loro intenzioni sul riavvio della produzione. Che speriamo possa avvenire già in febbraio. I lavoratori sono senza stipendio da due mesi, in attesa che l'Inps eroghi la cassa integrazione”.