“Sono dati che contestiamo, senza alcun significato, e che suonano essere l'ennesima provocazione lanciata all'apertura della stagione contrattuale. Forse, come scrive la stessa Aran,  nello 'spegnere il sistema contrattuale' per evitare incrementi di stipendio a 'doppia cifra', forse l'Agenzia ha spento anche il lume della ragione”. Ad affermarlo è il segretario generale della Fp Cgil, Rossana Dettori, in merito ai dati diffusi dall'Aran.

“Sostenere - prosegue - che nel decennio pre crisi si sia registrato un incremento delle retribuzioni nel pubblico impiego attorno al 40% suona essere una provocazione piuttosto che un dato dal valore statistico. Se ne è a conoscenza, l'Aran ci dica chi sono questi lavoratori dei servizi pubblici che hanno visto quasi raddoppiare il loro stipendio nel corso del passato decennio. Altri e autorevoli dati, dall'Istat alla Corte dei conti, per arrivare alle nostre elaborazioni, ci dicono l'esatto contrario sulle dinamiche retributive, soprattutto se guardiamo agli oltre sei anni di blocco della contrattazione”.

Ma, aggiunge Dettori, “ciò che colpisce nel lavoro dell'Aran, oltre questo 40% usato in maniera strumentale per fare titolo, sono le parole che dedica al ruolo della contrattazione e a come ne svilisce ruolo e funzione. Contrattazione vuol dire anche e soprattutto organizzazione del lavoro, miglioramento dei servizi ai cittadini, riconoscimento dei diritti delle lavoratrici e dei lavoratori. Tutti elementi che avrebbero aiutato questo paese ad attraversare la crisi, senza rotture e con maggiore coesione, e che rivendicheremo all'aperture del tavolo a partire da un giusto e doveroso rinnovo”, conclude.