"Facciamo pagare le tasse alle multinazionali". È quanto sostengono i parlamentari europei Sergio Cofferati e Gianni Pittella, firmatari di un appello, cui hanno già aderito molti politici e intellettuali. Come si ricorderà, il 5 novembre 2014 un gruppo di giornalisti rivelò che più di 500 multinazionali avevano concluso accordi segreti con il Lussemburgo tra il 2002 e il 2010 - i cosiddetti tax rulings - per abbattere la loro pressione fiscale. Nasceva così lo scandalo Luxleaks, che ha suscitato fortissima indignazione in tutto il mondo. Alcune imprese, con miliardi di euro di entrate, avevano beneficiato di una tassazione effettiva di meno dell'uno per cento sui profitti trasferiti in Lussemburgo, mentre le piccole e medie imprese non avevano lo stesso trattamento di favore e dovevano subire quindi una concorrenza sleale. L'inchiesta, resa pubblica, ha sollevato il velo sulla situazione fiscale in Europa.

"Gli stati dell'Unione – sostengono Cofferati e Pittella – hanno sviluppato in questi anni un'impropria competizione nell'offerta di una varietà di misure fiscali, inclusi i tax rulings, per attrarre multinazionali e aumentare artificialmente i loro introiti. Tale pratica, però, sottrae importanti entrate fiscali agli altri paesi e diminuisce le risorse complessivamente derivanti dalla tassazione, che potrebbero essere usate per migliorare i servizi pubblici, la sanità e il sistema scolastico. a vantaggio della collettività. È passato un anno dallo scandalo Luxleaks, ma non è stato fatto alcun passo avanti. Nonostante vari annunci, l'Ue non è ancora riuscita a dare risposte ai cittadini e alle piccole e medie imprese". Il 6 ottobre scorso, infatti, i ministri delle Finanze dell'Unione hanno perso l'opportunità di dimostrare di aver imparato la lezione dello scandalo: il loro accordo sull'istituzione di un sistema di scambio automatico d'informazione tra i 28 Stati membri sui tax rulings non assicura alcuna trasparenza sugli accordi segreti e indebolisce fortemente la già timida proposta della Commissione. "La situazione attuale sta indebolendo pesantemente i sistemai fiscali nazionali e il progetto europeo. Un mercato unico efficace può funzionare correttamente solo in un quadro per la tassazione delle imprese più trasparente, coordinato e cooperativo", concludono Cofferati e Pittella.