Entra nel vivo in questi giorni la stagione di contrattazione sociale che le organizzazioni sindacali stanno portando avanti con i Comuni della provincia di Perugia sui bilanci di previsione che gli enti devono approvare nei prossimi giorni. “Un’azione che per noi è legata a doppio filo con la tradizionale attività sindacale che svolgiamo nei luoghi di lavoro – spiega in un comunicato il segretario generale della Cgil di Perugia, Filippo Ciavaglia  – perché è evidente che le conquiste che portiamo a casa con la contrattazione nazionale e con quella integrativa o territoriale, rischiano di essere vanificate se poi le amministrazioni locali aumentano l’imposizione fiscale, il costo dei servizi o continuano con la politica dei tagli al welfare”.

"Il quadro della situazione attuale è articolato – continua la nota –. Guardando solo ai Comuni principali esistono intese già definite, come con l’amministrazione di Città di Castello, dove è stato già siglato un accordo dai sindacati, altre in via di definizione (è il caso di Spoleto e Foligno, dove sono in programma incontri per la ratifica delle intese nei prossimi giorni), e altre ancora in cui invece l’accordo è saltato o rischia seriamente di saltare. È il caso, ad esempio del Comune di Corciano, dove le organizzazioni sindacali hanno deciso di non siglare un’intesa a fronte del rifiuto dell’amministrazione di accogliere la richiesta, più volte reiterata dai sindacati, di un’innalzamento del tetto minimo per l’esenzione dall’addizionale Irpef, attualmente fissato alla cifra molto bassa di 9.000 euro. Situazione analoga con il Comune di Perugia dove però, questo è l’auspicio dei sindacati, l’amministrazione potrebbe ricucire lo strappo, presentando una proposta modificata nel consiglio comunale fissato per lunedì 27 luglio".

“È evidente che raggiungere accordi con le principali amministrazioni della nostra provincia, in primis quella di Perugia – afferma Ciavaglia – è per noi un obiettivo strategico, ma deve esserci da parte dei Comuni quella sensibilità verso le fasce più deboli della popolazione che questa fase storica impone in modo particolare. Difendere i diritti e i redditi di lavoratori e pensionati è il nostro mestiere – conclude Ciavaglia – dentro e fuori dai posti di lavoro. Intendiamo farlo fino in fondo e per questo continueremo a batterci affinché le politiche dei nostri enti locali siano orientate verso la riduzione degli squilibri economici e sociali, piuttosto che al mero contenimento dei costi”.