Il 21 aprile scorso l'Inca, insieme alla Cgil nazionale, ha partecipato all'audizione presso l'11esima commissione del Senato sullo schema di decreto n. 187 riguardante misure di “conciliazione delle esigenze di cura, di vita e di lavoro”, che ha cominciato il suo iter di approvazione.

“Il patronato della Cgil – si legge in una nota stampa - ha presentato alcune proposte emendative di miglioramento per quanto attiene la completa parificazione delle tutele previste per i genitori, tra il lavoro autonomo e le libere professioni, sia per i figli biologici che per quelli adottati. Tra le tante richieste di modifiche, il patronato della Cgil ha avanzato l'ipotesi che vengano integrate e rafforzate le norme rivolte a evitare le dimissioni in bianco, una piaga ripetutamente denunciata dal sindacato e dal patronato”.

“Per quanto concerne l'estensione dei congedi parentali – continua la nota–, l'Inca ha chiesto che le lavoratrici possano usufruire della indennità del 30 per cento dell'ultima retribuzione entro i limiti di reddito previsti fino ai 12 anni del figlio e non entro gli otto, come previsto dall'attuale schema di decreto. Ciò consentirebbe di estendere questa possibilità anche alle famiglie meno abbienti. Sempre in tema di congedi, inoltre, è stata avanza la richiesta di introdurre esplicitamente, in caso di parto prematuro, la possibilità di superare i cinque mesi di congedo obbligatorio, considerando, per la determinazione della durata del congedo, la data effettiva del parto”.

L'Inca ha anche aggiunto che, per migliorare il sistema di tutela delle donne, sarebbe necessario introdurre il principio della cumulabilità dei congedi con i permessi previsti dalla legge n. 104/92, soprattutto per i casi di bambini portatori di handicap.

Nella stessa audizione si è parlato anche di violenza di genere. L'Inca, pur ritenendo positivo l'inserimento del tema nello schema di decreto, ha auspicato che gli interventi di tutela nei confronti delle donne vittime di violenza possano essere maggiormente personalizzati, anche sulla base delle indicazioni dei centri antiviolenza. ”Ci auguriamo – spiega Fulvia Colombini, del collegio di presidenza dell'Inca – che queste indicazioni non cadano nel vuoto e si traducano in proposte di modifiche del testo originario”.