“Il senso diffuso di illegalità e corruzione, la crescita inesorabile di questi fenomeni, atterrisce eppure sembra lasciare indifferente il governo e la sua azione. I numeri contenuti nel rapporto della Guardia di Finanza, mostrano un paese ostaggio del malaffare, a tutti i suoi livelli, e sono la dimostrazione palese della zavorra che impedisce una crescita sana e positiva”. È quanto si legge in una nota della Cgil.

La Cgil, continua il sindacato di corso d'Italia, “da tempo sta promuovendo, con costanza, un impegno per combattere questi fenomeni, che parte dalla campagna 'Io Riattivo il Lavoro', per dare alla gestione delle aziende confiscate gli strumenti per ritornare alla legalità, passa dalla campagna sulla legalità, per arrivare a quella sugli appalti”.

“Quest'ultima - prosegue la nota -, che si chiuderà a breve, è a sostegno di una proposta di legge di iniziativa popolare che punta a garantire diritti e tutele per i lavoratori impiegati negli appalti e difenderli così dalle illegalità che quotidianamente si registrano e che oggi il rapporto della GdF denuncia. Non solo, sempre sul tema degli appalti, la Cgil è impegnata anche con altre associazioni e ha promosso a riguardo al decalogo 'Legalità e qualità nelle opere pubbliche'”.

Come Cgil, conclude la nota, “abbiamo deciso, da tempo, di mettere al centro della nostra azione il tema della legalità, declinata in tutte le sue forme e in tutti i suoi aspetti, per salvaguardare innanzitutto le prime vittime: le lavoratrici e i lavoratori. Adesso c'è il bisogno, l'urgenza, che la lotta all'illegalità, il cancro che rappresenta e che lo rende un tema di emergenza nazionale, sia un’assoluta priorità per questo governo. È da questi aspetti che il cambiamento, troppo spesso annunciato, va concretamente praticato”.