"Le indiscrezioni riferite all'assessore provinciale Carlo Daldoss riguardo la nuova legge urbanistica ci paiono condivisibili. Eliminare gli 'ecomostri' in Trentino sembrerebbe la strategia che la provincia intende adottare nei prossimi anni sul nostro territorio". Così Maurizio Zabbeni, segretario generale della Fillea Cgil del Trentino.

"Riteniamo che il rilancio dell’economia tanto auspicato potrà determinarsi solo ed esclusivamente in senso 'green', ovvero mettendo al centro dell’azione economica la strategia che guarda al risparmio energetico, al recupero del suolo impermeabilizzato e del patrimonio edilizio esistente, limitando la costruzione del nuovo alle sole opere infrastrutturali necessarie. Mettere al centro il paesaggio, il valore del territorio e il rispetto ambientale ripensando il modello di sviluppo passato, è condizione essenziale per creare nuova occupazione come dimostrato da numerose analisi economiche", prosegue il dirigente sindacale.

"Non bisogna certamente dimenticare il fabbisogno di casa in risposta particolarmente alle nuove povertà esistenti e crescenti, rilanciando in tal senso il ruolo ed i piani casa già approvati e posti in capo a Itea, ma, ha ragione Daldoss quando dice che ciò possa avvenire a saldo zero, per quanto concerne il consumo di altro suolo. Come già proponemmo in passato, una seria analisi dell’invenduto, del vecchio, intrecciata con l’analisi del fabbisogno abitativo e del patrimonio esistente di Itea, dovrebbe essere alla base di un piano casa, fondato principalmente sul recupero del patrimonio esistente, mantenendo contenuti i costi di acquisizione degli immobili da ristrutturare e destinare a case popolari, così da non produrre effetti speculativi sul mercato immobiliare", aggiunge Zabbeni.

"Il futuro sviluppo deve avvenire secondo queste priorità: semplificazione amministrativa, minor consumo di suolo, riqualificazione dell'esistente. Abbattendo gli ecomostri, agendo sul recupero anche dei centri storici, agevolando abbattimento e ricostruzione, agevolando e semplificando gli iter burocratici, elaborando schemi normativi che superino aspetti legati a proprietà fortemente frazionate. Le tecnologie esistenti - si pensi non solo al cemento, ma al legno, all’assemblaggio a secco, alla prefabbricazione - consentono già ora di ripensare completamente i nostri antichi centri storici, con la possibilità di una loro forte ristrutturazione nel solco della qualità e della sostenibilità, rispettandone tuttavia l'identità, mantenendone inalterate le facciate esterne, pur in presenza di massicci interventi interni", osserva ancora il responsabile della Fillea provinciale.

"Dunque, auspichiamo che la volontà politica si unisca alle possibilità della tecnologia, sostenendo un nuovo modello di sviluppo che faccia dell’edilizia verde e del rispetto dell’ambiente gli elementi fondanti. Per questo, di concerto con la nostra confederazione, e auspicabilmente con le altre organizzazioni sindacali del settore, produrremo una serie di osservazioni alla bozza del disegno di legge, auspicando che eventuali interessi particolari delle parti coinvolte nella stesura della normativa non prevalgano sull’interesse generale. Solo se quest’ultimo si affermerà, potremo creare le basi per nuovo lavoro e nuovo benessere sociale diffuso, facendo della legge urbanistica un pezzo delle politiche industriali del nostro territorio", conclude Zabbeni.