"I dati riferiti alla disoccupazione galoppano, pochi i segnali di risalita e decine i posti di lavori in fumo ogni mese, bruciati dalla crisi. Dal 2008 al 2014 si calcolano circa 20.000 occupati in meno, un autentico record per la Provincia di Barletta–Andria–Trani. Nel 2013, stando all’elaborazione di Euroidees su dati Istat, il tasso di disoccupazione era al 22%, mentre quella giovanile si attestava al 42,7; secondo le previsioni, nel 2014 è cresciuta e continuerà a crescere anche quest'anno. Solo nel 2016 si dovrebbe registrare un piccolo calo, rimanendo però saldamente sopra al 20%. La ripresa si preannuncia debole, e soprattutto il reddito prodotto resta ancora inferiore a quello dell’inizio della recessione". Così la Cgil Bat, che analizzerà lo sconcertante scenario martedì 20 gennaio nel corso di una conferenza stampa, in cui il segretario generale, Luigi Antonucci, parlerà anche delle prospettive occupazionali.

“Durante l’incontro – spiega il dirigente sindacale –, tenteremo di fare il punto sulle vertenze nel territorio, parleremo delle ripercussioni degli interventi apportati nel mercato del lavoro sull’economia della nostra provincia, fatta essenzialmente di piccole e medie imprese che contano, il più delle volte, quattro-cinque addetti. Salvo queste realtà, e alcune altre nel settore del calzaturiero che stanno ancora galleggiando, molte grandi aziende hanno tirato i remi in barca e hanno abbassato le saracinesche. Una via di fuga la offre il contratto di solidarietà, ma non sappiamo ancora per quanto, perché anche su quel fronte non si hanno certezze sui finanziamenti”.

“Il nostro appello, ancora una volta, è rivolto agli enti locali: comuni e provincia devono fare la loro parte, a cominciare dai cantieri di cittadinanza, i cui fondi sono stati stanziati, ma per i quali, finora, stentano a decollare i progetti. La gente ha fame adesso, la gente è disperata adesso, la gente sta perdendo la casa adesso, questo è il momento di darsi da fare, non tra un mese o un anno. Abbiamo davanti agli occhi un’emergenza abitativa senza precedenti, uno a dieci è il rapporto fra gli sfratti per finita locazione e quelli per ‘morosità incolpevole’: sempre più capifamiglia perdono il lavoro, e non avendo più un’entrata fissa, si trovano a dover scegliere tra fare la spesa o pagare l’affitto”.