Una protesta davanti al Vaticano per tenere alta l'attenzione sulla loro situazione. E' questa la mossa di domani (mercoledì 29 ottobre) dei 212 lavoratori della Carrier di Villasanta (Monza e Brianza), azienda leader mondiale della climatizzazione, che hanno perso il posto di lavoro. L'ennesimo caso di delocalizzazione. "A gennaio ci hanno annunciato che l'azienda chiudeva, portando i suoi prodotti in Repubblica Ceca. Non c'era un problema di produzione, lo stabilimento poteva andare avanti, ma l'azienda voleva risparmiare sul costo del lavoro". A dirlo è Ornella, delegata Rsu della Fiom Cgil dello stabilimento.

"Abbiamo tentato un accordo per
evitare la chiusura, ma non ci siamo riusciti - racconta -. Da parte sua anche la Regione Lombardia non ci ha dato supporto adeguato". I lavoratori hanno diritto a un anno di cassa integrazione più uno ma, fa notare Ornella, "il secondo anno potrebbe essere eliminato nel Jobs Act di Renzi". La situazione quindi può diventare molto complessa.

L'accordo di chiusura "prevede una spinta per la reindustrializzazione. L'azienda mette a disposizione un milione di euro per chi viene nel sito ed assume il personale già presente, più 20mila euro per ogni assunto. Finora però non è spuntato niente di concreto: alcuni soggetti interessati hanno visionato la nostra azienda, ma non si sono sbilanciati".

Nel frattempo la Carrier ha curato per il Vaticano il ricondizionamento della Cappella Sistina e Musei Vaticani. Era già successo nel 1984, quando l'azienda si chiamava Delchi, e l'impianto era stato regalato. Il 29 ottobre c'è la conferenza stampa di presentazione, da qui l'idea della protesta. Così la delegata: "Se anche stavolta il ricondizionamento è stato donato al Vaticano, com'è molto probabile, allora ci preme dire che ci sono oltre 200 lavoratori in bilico. Abbiamo scritto una lettera al Papa con un Dvd della nostra vicenda: l'azienda fa 'opere di bene', ma lascia a casa i suoi lavoratori. E poi l'80% ha circa 50 anni, che nel lavoro è un'età ad alto rischio". Per questo la reindustrializzazione è sempre più urgente: "Bisogna tenere alta l'attenzione sul nostro accordo - conclude Ornella -, coinvolgere la Regione, muoversi velocemente per reindustrializzare, permettere lo sviluppo dell'intesa e rimettere in moto il nostro sito".