"Lo sblocco da parte del Cipe dei fondi per la bonifica dell'area di via Marconi (ex Carbochimica), rappresenta un'ottima notizia. La cessazione di ogni attività nel sito, compreso lo smantellamento di un impianto di bonifica della falda, data ormai a oltre un decennio fa e i fondi (circa 4 milioni) stanziati inizialmente e poi ridimensionati, facevano parte di un accordo di programma che vedeva la bonifica del suolo e del sottosuolo di tutta via Marconi, quindi oltre a area ex Carbochimica, anche ex CIP ed ex Massenza". Così la Cgil di Fidenza in un comunicato di oggi, 20 ottobre.

"Durante la campagna elettorale per le elezioni amministrative a Fidenza, partecipammo a una conferenza stampa dell'allora candidato Sindaco Andrea Massari, oggi primo cittadino della città, e trovammo molto interessante la pur sommaria esposizione del piano di riutilizzo di quell'area, ossia destinazione ad attività produttive di non piccole dimensioni, con una fiscalità di vantaggio, a fronte anche di accordi quadro che ponessero alcuni vincoli sulla qualità dell'occupazione da realizzare, contrariamente a quanto è invece stato fatto negli ultimi anni in molti insediamenti a carattere commerciale o logistico, dove la fanno da padrone da un lato l'abisso dei subappalti incontrollabili e di durata breve e dall'altro lato una parcellizzazione dell'occupazione che troppi spazi lascia all'irregolarità contrattuale. Entrambi i lati appartengono a una stessa medaglia che rappresenta il vero obolo pagato dal precariato diffuso e dalla fuga dalle più elementari tutele contrattuali", prosegue la nota della Cgil territoriale.

Inoltre, "riteniamo che l'amministrazione di Fidenza dovrà innanzitutto badare a questi aspetti. Occupazione di qualità significa certamente applicazione di contratti nazionali di lavoro e di clausole sociali, che non solo impediscano il dilagare in mille rivoli di appalti e subappalti farciti di lavoro nero, evasione/elusione e sfruttamento, ma impongano anche ad eventuali nuovi insediamenti di entrare a far parte di una comunità, dove ognuno assume, in quota parte, l'impegno di salvaguardia e promozione del territorio in cui opera e trae il proprio profitto", conclude il sindacato.