Si è tenuta lunedì 7 luglio, di fronte alle Prefetture di tutta Italia, la mobilitazione dei lavoratori degli Enti Locali indetta da Fp-Cgil, Cisl-Fp e Uil-Fpl. “Un primo passo di una mobilitazione generale per una vera riorganizzazione dei servizi - spiegano i sindacati promotori - Gli enti locali hanno subito tagli pesantissimi e riforme improvvisate che hanno fatto schizzare costi di funzionamento (+39% dal 2001) e tasse locali (+500% in due decenni). Il blocco del turn-over e i vincoli del patto di stabilità hanno ridotto gli organici di 10mila unità negli ultimi 5 anni e da qui al 2017 avremo altre 43mila unità in meno".

"Una situazione drammatica, ignora deliberatamente -  denunciano i sindacati - Nessuna risposta, inoltre, sui contatti integrativi, con i rischio di un'ulteriore perdita di salario per lavoratori già colpiti da 5 anni di blocco della contrattazione e di una riduzione dei servizi per i cittadini".

“Persino la Legge Delrio, approvata con i migliori auspici, non ha trovato applicazione. Martedì 8 luglio scade il termine per approvare il Dpcm di riordino degli Enti Locali, ma il Governo Renzi non ha messo in campo nemmeno un'idea convincente. Sui servizi pubblici locali è il caos e sembriamo i soli preoccupati per l'assenza di progettualità e di prospettive”, continuano le tre federazioni di categorie.

Con la mobilitazione del 7 luglio Cgil, Cisl e Uil chiedono al Governo di agire su 5 priorità: un piano industriale per i servizi pubblici, cabine di regia per gestire riordino e personale; costi e prestazioni standard per tutti gli enti locali e 1 centrale unica di acquisto per regione; turn over generazionale per 50mila nuovi assunti e stabilizzazione dei precari; partecipazione di cittadini e lavoratori e piano riorganizzativo obbligatorio in ogni ente; riapertura della contrattazione nazionale e locale, strumento di governo e riforma della pubblica amministrazione.