Lavoratori della Croce rossa italiana verso lo sciopero. Questa mattina, 17 aprile, le federazioni di categoria di Cgil Cisl Uil e Cisal hanno riunito le segreterie unitarie per alzare il livello della protesta di una vertenza che mette a rischio il futuro di 4.000 famiglie e quello dei servizi essenziali di emergenza ai cittadini.

Una vicenda complessa che i sindacati hanno stigmatizzato come primo caso Electrolux del pubblico impiego. Secondo i piani messi in atto dai vertici della Cri, per gli operatori ci sarebbero infatti all’orizzonte tagli di organico, che inizierebbero a colpire i 1.500 precari che lavorano su ambulanze e in strutture di soccorso, e riduzioni di stipendio, che hanno già iniziato a raschiare fino a un terzo delle già magre buste paga del personale in servizio. A fronte di questo, denunciano i sindacati, “dopo l’incredibile voltafaccia del Ministero della salute, che ha prima sconfessato e poi riabilitato il comportamento del Presidente della Croce rossa, solo un assordante silenzio”.

“Abbiamo dato mandato ai nostri legali di impugnare tutti gli atti della Cri di fronte ai Tribunali amministrativi regionali”, attaccano Fp-Cgil, Cisl-Fp, Uil-Pa e Fialp-Cisal da mesi mobilitati a fianco dei lavoratori. Ma dalla riunione di oggi emerge soprattutto l’intenzione di affrontare a viso aperto politica e management. E di far crescere la mobilitazione: “Avvieremo subito le procedure per la proclamazione dello sciopero, che si farà entro fine maggio con una grande manifestazione nazionale a Roma”. Mentre già per il 9 maggio è prevista un’assemblea nazionale e un presidio davanti al Ministero della salute.

Un messaggio chiaro recapitato proprio al ministro: “Rispetti gli impegni presi dopo la manifestazione del 7 aprile e convochi subito i rappresentanti dei lavoratori. Siamo i primi a voler riorganizzare la Cri. Ma su livelli occupazionali, retribuzioni e tutela dei servizi non arretreremo di un passo”.