Il 24 gennaio del 1979, esattamente trentacinque anni fa, le Brigate Rosse assassinavano Guido Rossa, operaio Italsider e sindacalista della Cgil. Lo uccisero davanti alla sua abitazione, in Via Fracchia, a Genova.

Rossa fu trucidato
per aver denunciato un brigatista infiltrato in fabbrica, ed è stato oggi ricordato in una nota il sindacato guidato da Susanna Camusso nel sottolineare come sia stato “un uomo, un gigante, che non ha esitato a denunciare pubblicamente il terrorismo, e le sue infiltrazioni nelle fabbriche, in un momento straordinariamente difficile per la storia del Paese, quando cioè il fenomeno terrorista era invasivo e pervasivo. Un uomo, un padre, un eroe civile che con il suo sacrificio ha segnato una svolta decisiva nella battaglia contro il terrorismo”.

Operaio di origine veneta, Rossa visse per parecchi anni a Torino. Il suo primo impiego fu a 14 anni come operaio in una fabbrica di cuscinetti a sfera, quindi alla Fiat come fresatore. Nel 1961 si trasferì a Genova a lavorare per l'Italsider venendo, l'anno seguente, eletto nel Consiglio di fabbrica. Guido fu scelto come capro espiatorio dalle Br perché con solitario senso di responsabilità aveva deciso di denunciare un caso di connivenza con le Brigate Rosse dentro la sua fabbrica. Gesto che lo isolò e gli costò la vita.  Rossa mantenne la denuncia e testimoniò al processo.

“La morte di Rossa - prosegue la nota della Cgil - è stata uno spartiacque nella lotta contro il terrorismo. Il suo atto consapevole bruciò ogni possibile zona grigia, collusiva o compiacente, rendendo esplicita e trasparente la scelta di assumere il terrorismo come il nemico dei lavoratori, della classe operaia e della democrazia. Un atto lucido, chiaro e coerente, che portò ad una conseguenza cruciale e fondamentale nel Paese: individuare nel terrorismo il nemico e che questo andava combattuto senza alcuna ambiguità. Un gesto, quello di Guido Rossa, politico, da ricordare e tramandare come prezioso insegnamento, ovvero l'importanza decisiva dell'esercizio della responsabilità individuale nello svolgimento del proprio ruolo e delle proprie funzioni”, conclude la Cgil.

Il 1979 fu uno degli anni più duri tra gli anni di piombo: le forze della sinistra legate al Pci avevano subito dure contestazioni da parte del movimento del '77, mentre l'attività delle Br e dei suoi fiancheggiatori aveva subito un'accelerazione culminata con il sequestro e l'uccisione di Aldo Moro.