“Prima di mettere in campo interventi di sostegno al sistema bancario con la legge di stabilità, il premier Letta dovrebbe chiedere all'Abi un passo indietro rispetto alla disdetta unilaterale del contratto, un atto di ripristino delle normali relazioni, anche facendo l'accordo sul fondo di sostegno al reddito e all'occupazione”. È quanto affermato dal segretario generale della Fisac Cgil, Agostino Megale, oggi nel chiudere l'attivo unitario della categoria dei bancari in Veneto promosso in relazione allo sciopero del 31 ottobre contro la disdetta del contratto nazionale e per il sostegno al fondo di solidarietà del settore.

Nel corso del suo intervento, il leader della categoria del credito della Cgil ha ricordato come “la scelta dell'Abi di rompere le relazioni industriali, disdettando il contratto, non affronta i problemi e le difficoltà del settore che invece richiedono, anche in relazione all'Unione bancaria europea e ai vincoli imposti da 'Basilea 3', un progetto di sistema per il settore del credito con al centro l'innovazione e la tutela dell'occupazione. Il tutto per evitare, in assenza del fondo di solidarietà, l'utilizzo della 223 con il rischio di conseguenti licenziamenti”.

Ecco perché Megale ha chiesto al governo “l'avvio di un tavolo di settore, così come già avanzato dai segretari generali di Cgil, Cisl e Uil, ma prima lo stesso presidente del Consiglio deve vincolare eventuali interventi di sostegno alle banche, come la rivalutazione delle quote della Banca d'Italia e agevolazioni fiscali sulle sofferenze, a un passo indietro dell'Abi. Deve chiedere cioè all'associazione un atto di ripristino delle normali relazioni industriali, alterate dalla disdetta del contratto dello scorso 16 settembre”.