Il 24 gennaio 1979 Guido Rossa veniva ucciso dalle Brigate Rosse. In un mercoledì come tanti, alle 6.30 del mattino, l'operaio esce di casa per recarsi al lavoro, presso l’Italsider di Genova: non vi arriverà mai. I terroristi lo freddano all’interno della sua vettura, parcheggiata sotto casa. Rossa, militante del Pci e iscritto alla Cgil, nel 1970 era stato eletto delegato sindacale, diventando ben presto un riferimento per lavoratori e dirigenti che apprezzavano in lui la serietà e il rigore morale. Sono gli anni del terrorismo, ma Guido non ha paura: al processo contro Francesco Berardi – reo di aver lasciato in fabbrica volantini e risoluzioni terroriste –, lo indica come il “postino” delle Br: sarà questa testimonianza a condannarlo a morte.

Genova non ha dimenticato il suo sacrificio e come ogni anno sono tante le iniziative di commemorazione. Alla Camera del lavoro locale, dopo la deposizione di una corona di fiori presso il cippo a lui dedicato, l’evento è proseguito con gli interventi di Ivano Bosco, segretario generale della Cdl, Stefano Bernini, Vicesindaco del Comune di Genova e Sergio Cofferati, europarlamentare. Hanno partecipato anche la sezione Anpi di Genova e le classi dell’istituto Bergese di Sestri Ponente e Alessandro Volta di Genova Cornigliano, scuola elementare Ariosto di Certosa, istituto Galilei.

Di seguito, uno stralcio tratto da un passaggio della lettera che Guido, alpinista di indiscussa qualità (tra le sue vette, annoverò l’Annapurna), scrive all’amico Ottavio: “Da parecchi anni, ormai, mi ritrovo sempre più spesso a predicare agli amici che mi sono vicino l’assoluta necessità di trovare un valido interesse nell’esistenza; un interesse che si contrapponga a quello quasi inutile .. dell’andar sui sassi. Che ci liberi dal vizio di quella droga che da troppi anni ci fa sognare .. chiusi nel nostro egoismo, unici abitanti di un pianeta senza problemi sociali, fatto di lisce e sterili pareti … dove per un attimo o per sempre possiamo dimenticare di essere gli abitanti di un mondo colmo di soprusi e ingiustizie, di un mondo dove un abitante su tre vive in uno stato di fame cronica, dove .. quaranta milioni hanno fame! Per questo, penso anche che noi dobbiamo finalmente scendere giù in mezzo agli uomini a lottare con loro .. tra gli uomini di tutti i giorni e che ciò ci aiuti a rendere valida l’esistenza nostra e dei nostri figli”. Questo era Guido Rossa, al quale, dopo la morte, l'allora Presidente della Repubblica, Sandro Pertini, conferì la medaglia d’oro al valor civile.