Il governo è agli sgoccioli, saltano tante riforme e leggi previste, come il riordino delle Province, ma per acquistare i cacciabombardieri F35, a quanto pare, si è ancora in tempo. Oggi a Montecitorio è previsto il voto sulla legge delega per la riforma delle Forze Armate, che include anche l'acquisto dei nuovi aerei da guerra, scelta contro cui da tempo si batte il movimento pacifista e la Rete per il Disarmo, che oggi ha organizzato un presidio di protesta davanti a Montecitorio.

"Rete Italiana per il Disarmo, insieme alle altre organizzazioni promotrici della campagna 'Taglia le ali alle armi' sarà presente al presidio in Piazza Montecitorio", scrive in una nota la Rete, ricordando che oggi "il Parlamento vota una legge delega che taglia il personale militare, solo per comprare più armi, tra cui i cacciabombardieri F35, aumentando così la spesa militare e la spesa pubblica".

"Non stiamo parlando di armi qualsiasi. – ha spiegato Flavio Lotti il mese scorso, in occasione del voto al Senato - Parliamo degli F35, parliamo di armi da guerra ad alta intensità che nulla hanno a che fare con l’articolo 11 della nostra Costituzione e men che meno con le missioni di pace a cui potremmo partecipare nel rispetto della Carta delle Nazioni Unite. Ma chi l’ha detto che l’Italia ha davvero bisogno di quelle armi! Chi e quando ha stabilito che ci dobbiamo organizzare per andare a fare la guerra in giro per il mondo? E visto che gli italiani sono sempre meno propensi a farsi coinvolgere in altre guerre, che senso ha buttare tutti questi soldi in armi? E ancora: perché si sono definiti precisi obiettivi di riduzione del personale militare e civile e non si è definita la revisione di nessuno dei 71 programmi di armamento avviati da dieci anni a questa parte?"

Come ultima pressione, le organizzazioni promotrici hanno contemporaneamente inviato ai deputati un ultimo appello: "Le Forze armate hanno già subito un taglio strutturale del 10% con la spending review, e gli effetti della riforma Di Paola potranno dispiegarsi solo dopo il 2015. Nei prossimi anni i generali dovranno trovare il modo per tagliare non meno di 18.300 militari. Non c'è dunque nessun bisogno di approvare in tutta fretta la legge delega decisa da Di Paola. Lasciate - prosegue l'appello - che il prossimo Parlamento faccia una buona riforma, chiudete la legislatura con un gesto di pace e responsabilità".

Intanto, i numeri del bilancio dello Stato, riportati oggi da Il Fatto Quotidiano, dicono che il comparto della Difesa unico tra i ministeri, nell’anno del rigore e dei tagli ha registrato addirittura un piccolo aumento degli stanziamenti (785 milioni di euro, il 3,8%) e del budget totale, che per il 2012 sfonda quota 21 miliardi di euro.