Dopo l'annuncio delle dimissioni del presidente del consiglio Mario Monti, la preoccupazione maggiore sembra rivolta ai mercati. Il Wall Street Journal ad esempio spiega che la mossa del premier e il ritorno di Silvio Berlusconi hanno creato un "nuovo dramma nei mercati europei. Ma questo non deve rappresentare una tragedia per gli investitori". Secondo il quotidiano economico, "i bond e i titoli italiani saranno volatili durante quella che si annuncia una campagna elettorale calda", ma "c'è una buona chance che le elezioni si traducano in un'ampia continuità delle riforme che rassicurano gli investitori".

Ai mercati pensa anche lo stesso premier che invita a non drammatizzare le reazioni che si sono viste oggi (la Borsa di Milano ha chiuso a -2,2%). "Sono fiducioso che le elezioni italiane quando si svolgeranno daranno spazio a qualsiasi coalizione e qualunque sia quella che assumerà il governo sarà responsabile verso gli impegni europei e in linea con gli enormi sforzi già compiuti per il risanamento strutturale del bilancio", ha detto il premier uscente parlando da Oslo.

Ma in Germania invece è già "panico" per il possibile ritorno di Berlusconi: Sotto il titolo "La vendetta del Cavaliere", lo Spiegel analizza le reazioni allarmate, ma prudenti, delle cancellerie europee, sottolineando che "ufficialmente i governi dell'Ue preferiscono non spendere una parola su Berlusconi, poiché le regole diplomatiche vietano di immischiarsi nella politica interna degli altri Paesi", ma dai commenti dei vari leader politici tedeschi ed europei emerge tuttavia "un messaggio chiaro: la Germania e i suoi partner vedrebbero con piacere che Monti dopo le dimissioni si presentasse alle elezioni".

Dunque, anche oltre confine si fa il tifo per Monti, che intanto in Italia è l'oggetto del desiderio dell'area moderata che va dalle truppe 'montezemoliane' di Italia Futura, al 'polo' cattolico delle Acli e al tandem Riccardi-Bonanni. Come riferisce l'agenzia Adnkronos, in questi giorni sono tante le richieste arrivate al premier per non abbandonare la partita. Se qualcuno ha preso posizione pubblicamente, in molti, a quanto si apprende, si sono rivolti a Monti in privato, anche tramite un semplice sms, per manifestargli sostegno e invitarlo a non lasciare la politica attiva.

Tra i messaggi ricevuti dal premier c'è anche quello del suo ministro del Lavoro, Elsa Fornero
: 'Non ho parlato con il permier, gli ho mandato un messaggio per dirgli che come cittadina sarei personalmente dispiaciuta se l'Italia dovesse a fare a meno del contributo', ha spiegato Fornero in un'intervista con Gad Lerner su La7. “Credo che ci sia un consenso più grande di quanto non trovi rappresentazione nei media. Non so quali siano le sue intenzioni. Posso capire l'amarezza, devo dire che io considero Mario Monti una persona straordinaria per questo Paese”, ha aggiunto Fornero. E rispondendo a Lerner ha dichiarato – come viene riferito - che se ci fosse una lista Monti la voterebbe.

Una bocciatura, forse inattesa, arriva invece dal Financial Times
, che giudica le dimissioni di Monti come una resa. "Berlusconi non è il vero problema dell'Italia, è solo un simbolo della sua politica marcia. L'Italia è ferma allo zero. E le dimissioni di Monti sono uno sgradito promemoria di questo". scrive il quotidiano britannico in un articolo dal titolo ad alto tasso di ironia "Italia-Bunga-jumping". Per il Ft, che rimproverà a Monti di non aver "colpito come poteva" (sic) in materia di riforma del mercato del lavoro, 'viste le difficoltà che Monti ha avuto e l'esitazione che ha mostrato nel perseguire le riforme strutturali, è improbabile che il suo successore sia più coraggioso".

E il Pd cosa ne pensa?
Il segretario Pier Luigi Bersani si limita ad una breve battuta: “Ho sempre detto che, se Monti deve essere ancora utile a questo paese, sarebbe meglio rimanesse fuori dalla contesa”, afferma Bersani da Piacenza, dove tiene una conferenza stampa. Ma detto questo, aggiunge, "ribadisco anche che ognuno ha assolutamente la libertà di fare le proprie valutazioni, di scegliere come ritiene, con grande tranquillità grande serenità”.

Intanto, Napolitano studia il calendario. Il Presidente della Repubblica si è dato tempo fino a lunedì prossimo per decidere sulla data di scioglimento delle Camere. Di buon mattino sono saliti al Quirinale il ministro dei Rapporti con il Parlamento Piero Giarda e i sottosegretari Giampaolo D'Andrea e Antonio Malaschini. Con loro Napolitano avrebbe esaminato il calendario di Camera e Senato per vedere quali sono i provvedimenti che attendono ancora di essere votati.

Da questo esame – scrive l'agenzia Agi - si sarebbe valutato che mentre si approvano nelle due Camere la legge di stabilità e il bilancio, si può tentare di 'salvare' il dl sviluppo insieme al dl Ilva. Nella legge di stabilita' potrebbero confluire alcuni provvedimenti come quello a favore dei terremotati in Emilia, alcune proroghe e alcune normative comunitarie che evitano infrazioni. Fonti parlamentari ritengono invece che la delega fiscale sia ormai da considerarsi su un binario morto. Una volta fatto il punto dei provvedimenti ancora all'esame del Parlamento, il Presidente attende di sapere quali saranno le date dell'approvazione della legge di stabilità. Se, come probabile, la legge di stabilità non vedrà la luce prima del 21 dicembre, sarà tecnicamente assai difficile votare prima del 24 febbraio, dato che si devono dare i tempi necessari per la presentazione delle liste.