Un incremento dello stanziamento per gli ammortizzatori in deroga fino a 1,5 miliardi, e il rifinanziamento per 250 milioni per quelli in scadenza entro fine anno; un tavolo tra ministero del Lavoro, Regioni e parti sociali per definire le regole per l'implementazione degli ammortizzatori sociali per il prossimo biennio; un intervento per risolvere il “paradosso” della MiniAspl. Sono alcuni degli interventi sui temi del lavoro richiesti dalla Cgil in merito all'approvazione del ddl stabilità.

L'attuale stesura della legge di stabilità, infatti, spiega la Cgil in una nota del dipartimento Mercato del Lavoro, “trascura gravemente i problemi del lavoro. Da un lato l'unica misura attualmente presente nell'articolato di legge riduce di 30 milioni di euro lo stanziamento per gli ammortizzatori in deroga per l'anno 2013, rispetto alla previsione di 1 miliardo, che già allora giudicammo insufficiente, contenuta nella legge 92/12, e preannuncia ulteriori tagli significativi per gli anni successivi”. Non solo, prosegue la nota, “ma nulla si dice rispetto al rapporto con le Regioni, con le quali fino al 31 dicembre 2012 vige un'intesa di compartecipazione, tramite quota del Fse di spettanza regionale, al finanziamento degli ammortizzatori in deroga e delle connesse politiche attive del lavoro”.

Ad oggi, spiega il sindacato di corso Italia, “nulla si sa del rapporto che dovrà intercorrere, dal 2013, tra stanziamenti nazionali, che comunque sono certamente insufficienti per il perdurare e anzi l'aggravarsi della crisi, e le competenze regionali circa il legame con le politiche attive. Sono stati fin qui inutili le richieste di incontro avanzate sia dal Coordinamento delle Regioni che da Cgil, Cisl, Uil”. Ma la legge, denuncia la Cgil, “risulta carente anche del rifinanziamento per misure che negli anni scorsi avevano contribuito a migliorare la strumentazione e le tutele a favore della difesa dell'occupazione quali: la possibilità di iscrizione alla lista di mobilità per quanti fossero licenziati da imprese con meno di 15 dipendenti; il rifinanziamento dei contratti di solidarietà per imprese escluse dal regime della cigs; l'elevazione all'80% della copertura delle retribuzioni in caso di stipula dei contratti di solidarietà difensivi”.

Ecco perché la Cgil richiede: “Un incremento dello stanziamento per gli ammortizzatori in deroga fino a 1,5 miliardi di euro; il rifinanziamento delle misure sopra indicate in scadenza al 31/12/12 per ulteriori 250 milioni di euro; l'immediata apertura da parte del ministero del Lavoro di un tavolo con le Regioni e le parti sociali, al fine di definire le regole per l'implementazione degli ammortizzatori sociali per il biennio 2013-2014”. Resta poi, conclude la Cgil, “il paradosso di un sistema di MiniASpI che determinerà l'erogazione dell'indennità ad anni alterni: il sindacato propone la rimozione di tale assurdità, indicando nell'equiparazione del finanziamento per l'Aspi per tutti i datori di lavoro all'1,31% la fonte cui attingere per la copertura delle maggiori spese”.