Conclusa oggi 19 ottobre, a Pollenzo, con l'intervento del segretario generale della Cgil Susanna Camusso, la tre giorni degli Stati generali della Cgil Lombardia, dedicata com’è noto al tema della legalità. Prima delle conclusioni si è tenuta una tavola rotonda – “Politica, società civile e contrasto all’illegalità” – coordinata da Stefano Landini, della segreteria della Cgil Lombardia, con la partecipazione di Claudio Di Berardino, segretario generale della Cgil di Roma e Lazio, Claudio Giardullo, segretario nazionale Silp, Carlo Leoni, già vicepresidente della Camera, Andrea Olivero, presidente nazionale Acli, Andrea Orlando, della Commissione giustizia della Camera, Vincenzo Scudiere, segretario confederale Cgil, e Gianni Speranza, sindaco di Lamezia Terme.

Claudio Giardullo ha sollevato un forte allarme
per la tenuta democratica del paese. Sulla legalità l’Italia si gioca il suo modello di sviluppo, ha esordito, e la risposta che si dà in questi giorni, la legge anticorruzione,  è inadeguata. Il risultato è che duecento processi all'anno verranno chiusi con la prescrizione: non è un bel segnale. Siamo tra gli ultimi in fatto di livelli di percezione dell'illegalità. Laisser faire, laisser passer, questo ci chiedono i nuovi mercanti, ma la realtà attuale è che ci sono soggetti che detengono grandi risorse di capitale illegale che vogliono dimostrare di essere dei soggetti economici come tutti gli altri. Anche per Giardullo la vicenda del consiglio comunale di Reggio ci fa dire che quando si vuole si può combattere efficacemente le infiltrazioni mafiose. Ha lamentato poi, il segretario del Silp, la scarsezza di mezzi a disposizione delle forze dell'ordine per svolgere un'adeguata azione di contrasto.

“Il tema della crisi fa precipitare la situazione e avvicina i temi del mondo del lavoro a quelli della legalità”, ha detto Claudio Di Berardino. Nel Lazio non siamo più in presenza di infiltrazioni ma di un vero e proprio radicamento che coinvolge anche l’economia pulita. La cosiddetta zona grigia a Roma è fortemente presente. L’apertura degli sportelli antimafia potrebbe essere un modo concreto per presidiare il territorio, così come la contrattazione d'anticipo sperimentata da alcune categorie, che serve a prevenire le infiltrazioni.

Carlo Leoni ha apprezzato l'impegno nuovo della Cgil sul tema della legalità, impegno ben simboleggiato nella campagna "io riattivo il lavoro". Stiamo per affrontare un periodo di grandi cambiamenti con la prossima tornata elettorale, c'è un profondo stato di disagio e faremmo meglio tutti a preoccuparci di chi non vuole andare a votare piuttosto che dei sondaggi e delle percentuali di ogni singolo partito. La strage di mafia avvenuta in Germania qualche estate fa passò inosservata mentre qui si discuteva delle ordinanze dei sindaci sui lavavetri. È bene tenere conto degli errori fatti dal centrosinistra in quel frangente: piuttosto che opporsi con fierezza ci si è un po' piegati a cercare mediazioni con chi voleva creare domanda di sicurezza per dare risposte razziste.

Dopo Tangentopoli nessuno riuscì a fare una legge contro la corruzione, ha proseguito Leoni, ma oggi sono più le cose che mancano che quelle che ci sono. Dove sono i termini di prescrizione che si chiedeva di allungare? Nuove figure di reato colpiscono la vittima come il protagonista, non c'è il falso in bilancio e l'autoriciclaggio, la corruzione tra privati c'è solo a querela di parte. Perché non decidono che se al Senato non vengono inserite le cose che mancano, le forze di opposizione si impegnano ad approvare subito una buona legge in materia come primo atto del nuovo governo che ci auguriamo uscirà dalla prossima tornata elettorale? Alla vigilia della nuova tornata amministrativa le forze politiche vanno inchiodate all'impegno di non candidare persone implicate in processi di mafia, ha proseguito Leoni. Va aggiunto che l'Italia è fuori dalla legalità per la condizione delle carceri, e va garantita la legalità anche rispettando la dignità della popolazione detenuta. Bisogna restituire infine sobrietà e spirito di servizio alla politica, a cominciare dalla prossima campagna elettorale.

Alla base dell'attività del sindacalista c'è la legalità, ha osservato Vincenzo Scudiere. Che ha spiegato poi la difficoltà a far giocare un ruolo al sindacato sull’emersione del lavoro nero, anche perché il governo Berlusconi ha affossato tutte le iniziative per portare alla luce il sommerso. Scudiere ha poi messo in guardia contro il fatto che le giunte che dovrebbero essere dimissionarie si stanno dando molto da fare per utilizzare questo periodo per rafforzare in modo clientelare il proprio sistema di potere.

Olivero ha ricordato le battaglie comuni di Cgil e Acli sulla giustizia, i diritti, la tutela dei soggetti più deboli. Le Acli sono molto impegnate sul terreno dell'utilizzo dei beni confiscati alle mafie, e per l'affermazione dei diritti dei lavoratori sfruttati due volte, prima dalla mafia poi dallo Stato che li abbandona. Ci vuole un concorso comune per assicurare al paese uno sviluppo autentico e far convergere sulla battaglia per la legalità le forze migliori, nell'ottica dell'uscita da una crisi che è economica ma anche di carattere etico.

Gianni Speranza ha portato la sua difficile esperienza diretta di sindaco di una città, Lamezia Terme, profondamente segnata dal potere mafioso ma anche fortemente impegnata nella lotta per la legalità. Sarebbe un gran bene che oltre alla Cgil tutte le forze di rinnovamento del paese vedessero in questa nuova frontiera democratica che si apre qualcosa su cui ragionare e concentrare l'impegno. Sciolto due volte per infiltrazione mafiosa, il comune di Lamezia Terme vive non solo una quotidianità di attentati, estorsioni e crimini mafiosi, ma anche momenti come quello del 29 febbraio, quando nel quartiere più difficile della città sfilò una grande manifestazione piena di giovani di quello stesso quartiere.

Le cosche hanno subìto forti colpi nell'ultimo periodo, ma quella che opera al Nord è quasi totalmente fuori dalle indagini in corso, ha proseguito Speranza, ricordando poi gli intrecci tra la dirigenza del comune di Reggio Calabria e quella della Regione. Singolari, a proposito delle ultime vicende calabresi, le argomentazioni di uno degli avvocati più importanti di Reggio che, difendendo il consigliere Morelli, ha sostenuto la non colpevolezza del suo assistito con l'argomento che il  rapporto con i clan rappresenta la difesa legittima da parte di un uomo politico che altrimenti non avrebbe potuto sopravvivere. Alla luce di tutto questo, siamo sicuri, si è chiesto Speranza, che istituzioni come la Regione Calabria e la Sicilia si possano salvare?

Per Andrea Orlando, infine, il problema che abbiamo di fronte è quello di riaffermare la sovranità dello Stato. Sui temi della legalità c'è una sorta di negazionismo che va combattuto: o se ne parla in pubblico oppure è impossibile sconfiggere il fenomeno mafioso. Ci sono precise responsabilità da esercitare, e tutte possono permettere di costruire un fronte comune per condurre questa battaglia. È importante, sotto questo profilo, ricostruire i corpi intermedi e le forze di rappresentanza. Bisogna tornare a studiare questi fenomeni per capire come incidono sul sistema dei valori. Senza dimenticare che ci sono comportamenti che non hanno rilevanza penale che vanno però colpiti politicamente.