Osapp, Sinappe, Cisl Fns, Ugl pol. pen. e Fp Cgil pol. pen. hanno scritto al ministro della Giustizia Severino per motivare la mancata partecipazione all'incontro convocato per stamattina al Dipartimento dell’amministrazione penitenziaria ed esprimere la propria contrarietà a una discussione che sembra non tener conto delle pesanti decisioni assunte dal governo con il decreto 95, quello sulla spending review che bloccherà il turn over della polizia penitenziaria.

Per la seconda volta in pochi giorni i sindacati tornano a chiedere al Guardasigilli di poter discutere del blocco del turn over imposto al Corpo di polizia penitenziaria, “ritenendo inaccettabile – si legge nella nota unitaria – la previsione di un'ulteriore riduzione del contingente, a fronte di una carenza organica che già oggi supera le 7000 unità. Ne mancano in tutto 9.000 per fronteggiare l’apertura delle nuove sedi penitenziarie e dei nuovi padiglioni interni alle carceri esistenti e, al netto dei proclami, tanto il ministero quanto il Dap non sembrano intenzionati ad affrontare la pesante emergenza in corso e continuano a sottovalutare la situazione o, peggio ancora, a ignorarla”.

Non presenzieremo alla riunione – continuano Osapp, Sinappe, Cisl Fns, Ugl pol. pen. e Fp-Cgil pol. pen. –, ritenendo quella discussione assolutamente secondaria rispetto alla rilevanza di scelte che non solo allontanano l'ipotesi di un ripianamento dell’attuale pianta organica, ma addirittura riducono le unità in servizio, seppure a fronte dell’impegno che la polizia penitenziaria sta con notevolissima difficoltà assicurando in questo periodo e che comunque sarà chiamata a garantire per sostenere lo stato di avanzamento del piano carceri e l’apertura di nuove strutture. Restiamo in attesa di ricevere una convocazione, peraltro già richiesta in via ufficiale ma ottenuta, forse in via informale, solo da un sindacato autonomo che, stando ai fatti, sembra poter accedere a un percorso privilegiato".

"In assenza di una risposta e di impegni concreti per arginare la crisi umanitaria vissuta nelle carceri italiane, di un tangibile impegno per migliorare le condizioni di lavoro della polizia penitenziaria negli istituti di pena, a partire dai prossimi giorni faremo ricorso – conclude la nota unitaria – a tutti gli strumenti sindacali di protesta consentiti dalla legge”.