“Ancora una pronunzia giudiziale che non convince e che finisce per alterare profondamente un progetto occupazionale, concordato in sede sindacale e ministeriale e finalizzato all’assorbimento di tutti i lavoratori dello stabilimento di Pomigliano entro l'anno prossimo”. Raffaele De Luca Tamajo, giuslavorista e capo del collegio difensivo del Lingotto, è perplesso dopo la sentenza del Tribunale di Roma. “La conclusione del tribunale – dice in un’intervista a Il Mattino – perviene a un risultato a mio avviso per più versi paradossale. Primo: tenta di costringere l'azienda, in una delicata fase di rilancio produttivo, ad assumere 145 lavoratori in aggiunta a quelli di cui essa ha a oggi necessità. Ne consegue una plateale violazione della libertà di iniziativa economica privata su dimensioni dell' organico e discrezionalità selettiva. Secondo: entra a gamba tesa nel processo delle assunzioni, alterandone i tempi, visto che la riassunzione di ‘tutti’ i dipendenti di Pomigliano era prevista entro il prossimo anno. E al tempo stesso mortificando ogni logica di efficienza e professionalità”.

E ancora: “A tutto concedere, il giudice poteva intervenire al completamento del processo occupazionale, tra un anno cioè, o pretendere una partecipazione degli iscritti Fiom alla vicenda selettiva a monte delle assunzioni: ma non era legittimato ad ipotizzare oggi un meccanismo di ‘quote’ assunzionali di tali dimensioni, né a costringere l'azienda a prescindere del tutto dalle caratteristiche professionali e tecniche dei lavoratori”. “Aver creato una corsia privilegiata così ampia in favore degli iscritti Fiom, penalizza di fatto gli iscritti ad altri sindacati (come già avvertito da alcuni di essi) e i non iscritti ad alcuna sigla. Con la conseguenza di una forte spinta all'iscrizione al sindacato ‘privilegiato’”.