“L'Italia non è soltanto in recessione, ma è un paese che ha un livello di reddito di 5 punti più bassi del2007 e un 20% in meno di produzione industriale. Quindi è un paese in crisi grave, ma che deve guardare in avanti. Abbiamo un futuro che bisogna gestire, che non bisogna subire. Abbiamo le capacità per farlo e dobbiamo farlo. Dobbiamo avere il coraggio di guardare al cambiamento come qualcosa di positivo e non come qualcosa dal quale difenderci e scappare. ‘Sta in noi’, come diceva Menichella, e come ha detto anche Ciampi”. Tanto ottimismo della volontà nell’intervista che il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, ha dato a Giovanni Minoli per una puntata de “La storia siamo noi” dedicata a Guido Carli in onda stasera, e riportata integralmente da La Repubblica.

E sulla ripresa nel 2013, Visco puntualizza “Confermo che ci sarà una ripresa. Ma non ho mai detto che sarà una forte ripresa. Credo che sarà una ripresa tanto più forte quanto più si avranno risultati certi su fronti che condizionano la crescita e le previsioni di crescita ... Dipende molto da come andranno i mercati internazionali, l'economia globale”. E lei prevede che vada meglio, gli chiede Minoli? “Io credo che questo sia un anno difficile, ma prevedo che l'anno prossimo sarà un anno di uscita soprattutto se sapremo a convincere i mercati che la nostra situazione di politica economica e i nostri conti sono sostenibili, affinché i tassi diinteresse possano scendere”.

Ecco il Visco-pensiero sull’invecchiamento della popolazione italiana e la riforma delle pensioni “Ho anche detto che bisogna lavorare in più persone, cioè bisogna dare la capacità di lavoro ai giovani, le donne. Abbiamo una grande riserva su cui poter contare. È chiaro che la riforma delle pensioni è il coronamento di un processo molto lungo che ha dato alla fine un frutto importante. Noi lavoreremo di più e più a lungo grazie a questa riforma”.

E sulla riforma del lavoro e i giovani, “In questi ultimi anni – dice Visco – abbiamo vissuto una fase di apertura del mercato del lavoro ai giovani, con le riforme e la flessibilità introdotte in questo paese. Purtroppo lo abbiamo fatto con forme non tanto eque e non tanto efficienti... La riforma appena varata va in questa direzione. Senz' altro è da completare, bisogna trovare le risorse per un sistema più completo di ammortizzatori sociali. Ma bisogna anche tener conto che la riforma del mercato del lavoro è parte di una serie di riforme che vanno viste in senso organico: bisogna cambiare l'economia del paese, insieme insieme al lavoro”.