(Adnkronos Salute) - La cattiva qualità dell'aria causa, nei grandi centri, 8.500 morti l'anno. Ma a rendere le città italiane poco vivibili è anche la congestione da traffico, che vede le città in testa per numero d'incidenti (76%) e feriti (72,6%); le abitazioni costruite male o nel posto sbagliato; le fabbriche a rischio d'incidente rilevante, presenti in ben 48 capoluoghi italiani. E' quanto emerge dal rapporto 'Ecosistema urbano' di Legambiente e dell'Istituto di ricerche ambiente Italia, che quest'anno ha voluto accendere i riflettori sulle tante insicurezze cui si parla sempre troppo poco.

I nuovi numeri dei principali comuni capoluogo di provincia d'Italia ci dicono che una delle prime emergenze ambientali da affrontare è quella dello smog. In una cinquantina di città si rileva la presenza di aree critiche per le concentrazioni da biossido di azoto, mentre per le polveri sottili sono 6 le città (Siracusa, Frosinone, Caserta, Torino, Pavia e Napoli) dove il valore medio annuo è superiore al valore limite per la protezione della salute umana (40 microgrammi/mc). Altre 6 città (Asti, Cagliari, Lucca, Mi­lano, Venezia e Palermo) presentano un valore superiore ai 40 microgrammi/mc in almeno una centralina. Sono invece 47 i centri nei quali una centralina ha rilevato un numero di giorni di superamento della concentrazione media oraria (50 microgrammi/mc) superiore a quanto previsto per legge (35 giorni).