Lunedì 6 giugno a Roma, alle ore 18.00, presso la Feltrinelli Librerie, Via V. E. Orlando, 78/81 presentazione del libro di Franco Arminio Oratorio bizantino

L’autore ne discute con
Valerio Magrelli
Alessandro Leogrande


Il libro
Franco Arminio
Oratorio bizantino
prefazione di Franco Cassano
Collana Carta bianca, Pagine 160, Prezzo 10,00, Uscita Febbraio 2011

In questo nuovo libro, Arminio raccoglie i suoi scritti più liricamente civili, e con il suo stile surreale e comico ricorda per postura autoriale un po’ Emil Cioran e un po’ il narratore «in pubblico» Peter Bichsel, maestro conclamato della prosa breve. Diviso in gruppi tematici (comizi morali, l’esperienza politica, il paesologo in campagna elettorale, le battaglie civili per l’ospedale di Bisaccia e contro la discarica del Formicoso) il volume censisce l’impegno di anni dell’ultimo autore comunitario del nostro paese, che usa ancora la parola nel tentativo di salvare un pezzo di mondo. Quel fare letteratura per la quale – come ha scritto di lui il mentore Gianni Celati, una sorta di maestro volontario per l’autore irpino – «occorre privilegiare al massimo le cose singole, contro le astrazioni degli esperti e le frasi fatte dell’attualità».
Arminio è sempre a caccia di paesaggi, umani o naturali. Li setaccia rabdomanticamente, implacabilmente, senza paura. Nomina, ammonisce, s’indigna. Fa una battaglia contro il cinismo fin nelle interiora: «C’è sempre altro da fare quando dobbiamo fare qualcosa per gli altri», dice in un passo emblematico. E anche se il suo baricentro antropologico è quello di Bisaccia, non parla solo di Irpinia, di Sud o dell’Italia intera: la visione è globale, occidentale, nell’intreccio tra cultura contadina, modernità e villaggio tecnologico, la visione di un capitalismo che «a furia di espandersi è diventato piccolissimo». Sovversivo mite della parola e del pensiero, lancia un j’accuse virulento contro i politici narcisi e ciechi, specchio sensibile di un declino sociale e morale, ma con la speranza e il sogno di un nuovo umanesimo, fatto di comunità «che vadano oltre il profilo dei singoli campanili e dei singoli comuni», e di nuove agorà.

Franco Arminio (1960) è nato e vive a Bisaccia, nell’Irpinia d’Oriente. La sua fittissima produzione in versi è raccolta in cinque volumi (tra il 1985 e il 2009). In prosa ha pubblicato: Diario civile (Sellino, 1999), Viaggio nel cratere (Sironi, 2003), Circo dell’ipocondria (Le lettere, 2006), Vento forte tra Lacedonia e Candela (Laterza, 2008), Nevica e ho le prove Laterza, 2009), Cartoline dai morti (Nottetempo, 2010). Collabora con il manifesto, Il Mattino, il Corriere del Mezzogiorno e altre testate nazionali e locali. È documentarista (Un giorno in edicola, La terra dei paesi, Scuola di paesologia, Giobbe a Teora) e animatore di numerose battaglie civili.