"Il dibattito sulle zone salariali continua ad essere mal posto e pieno di equivoci". Lo afferma in una nota Giuliano Cazzola, presidente della Consulta del Lavoro del Pdl e vice presidente della commissione lavoro della Camera. "Basterebbe infatti – spiega - andarsi a rileggere l'accordo interconfederale del 1961 per accorgersi che il raggruppamento delle diverse province nelle sette zone non passava tra nord e sud. Roma era insieme a Milano, Genova e Torino; Napoli stava nella stessa zona di Padova e Vicenza; Palermo era con altre citta' dell'Emilia Romagna e dell'Italia centrale". Quanto alla proposta di Cesare Damiano, precisa Cazzola, "e' troppo semplice caricare i miglioramenti retributivi e delle pensioni sulla fiscalita' generale in una situazione di finanza pubblica come quella in cui versa il Paese. Quanto al Sud la strategia giusta e' quella che Angelo Panebianco ha definito come liberale nel suo editoriale sul Corriere della Sera di oggi". "Infatti - prosegue Cazzola - o il Sud e' in grado di fare da se' al di fuori di regole forzatamente uniformi, non sostenibili per quella economia, o finira' per aprirsi un nuovo capitolovnella lunga storia dell'assistenzialismo".