da Rassegna sindacale Il recente terremoto del Molise per fortuna non ha prodotto vittime, però i danni ci sono stati. Ma siccome hanno riguardato una zona circoscritta di una piccola regione, i riflettori si sono spenti troppo in fretta. Lo afferma Paolo De Socio, responsabile welfare della Cgil Molise, intervistato da RadioArticolo1. Perciò stiamo sostenendo la causa dei sindaci e degli amministratori locali affinché le poche risorse messe a disposizione siano concentrate in questo nuovo cratere. Ma ne servono altre, perché i 2 milioni di euro annunciati dal Consiglio dei ministri bastano a malapena a coprire le spese per la prima emergenza. Stando a un sondaggio della Cgil regionale effettuato prima del sisma, il numero di edifici non idonei è altissimo, il 67%. Chiaramente osserva il sindacalista questa ulteriore calamità ha peggiorato il quadro. Noi ribadiamo che servono investimenti in alta tecnologia e nelle infrastrutture, lo stiamo dicendo da molto tempo. Cè un problema di viabilità e di trasporto pubblico regionale e ora questo terremoto, con la conseguente chiusura dell'arteria principale che attraversa tutta la regione, lo ha rimesso drammaticamente in campo. Si parla ancora una volta di autostrada aggiunge De Socio ma alla fine non ci sono collegamenti tra i Comuni e le arterie principali. Questo comporta una serie di disagi che la popolazione vive ogni giorno per raggiungere scuole e ospedali, ed è il risultato dellisolamento atavico di alcune zone interne raggiunte con difficoltà persino dai mezzi di soccorso, come abbiamo visto dopo il sisma. Ricordo conclude lesponente della Cgil che il Molise è da sempre una regione terremotata da sempre e che gli interventi ordinari devono essere fatti al più presto.