Nella legge di bilancio della Regione Lombardia, le risorse stanziate per le borse di studio universitarie scendono dai 20,5 milioni del 2022 ai 13,9 milioni del 2023. Di conseguenza, senza un ripensamento o un intervento straordinario degli atenei, oltre 5 mila studenti potrebbero ritrovarsi privati della borsa di studio.

Le denuncia dell’Udu

“Negli scorsi mesi la Regione Lombardia aveva deciso d'incrementare le risorse destinate alle borse di studio. Da anni denunciavamo infatti un sottofinanziamento cronico”, afferma Simone Agutoli dall'Unione degli universitari: “Ci aspettavamo che la Regione avesse intenzione di stabilizzare l'incremento, come fatto ad esempio dalla vicina Emilia-Romagna. Invece, la giunta e il Consiglio hanno deciso di sacrificare gli universitari e il loro diritto allo studio”.

Per Simone Agutoli è “una scelta inconcepibile, dal momento che le borse di studio devono essere finanziate per un intero ciclo di studio e non soltanto un anno. Così si abbandonano gli studenti a loro stessi dopo solo un anno”.

Cgil Lombardia: "A rimetterci sono gli studenti"

“La Lombardia è la regione che impone i criteri di merito più elevati d'Italia per accedere alle borse di studio. Per questo motivo, ci aspetteremmo che le borse di studio venissero coperte dalle risorse regionali”, commenta Massimo Balzarini (Cgil Lombardia): “Purtroppo, non è così: la Regione investe troppo poco e viene penalizzata nel riparto nazionale”.

Massimo Balzarini rileva che “a rimetterci sono gli studenti, che rischiano di non vedersi erogata la borsa di studio. E anche se dovessero intervenire le università, sembra probabile che queste debbano fare tagli e rimodulare le proprie spese per coprire il buco”.

Flc Cgil: "È un obiettivo del Pnrr"

“Serve un intervento del Consiglio regionale, così da tornare agli stanziamenti del 2022”, ribadisce il segretario generale Flc Cgil Lombardia Tobia Sertori: “Non si può giocare sulla pelle degli studenti: a rischio non sono soltanto migliaia di universitari, ma anche il raggiungimento degli obiettivi annuali previsti dal Pnrr. Serve anche un intervento dello Stato, per incrementare il Fondo integrativo statale e garantire la copertura delle borse di studio”.

Per questo, secondo Sertori, la Regione Lombardia “non può fare finta di nulla”, in quanto “la Campania, il Lazio e l'Emilia-Romagna investono molto di più della nostra regione sul capitolo del diritto allo studio universitario”.

Sertori così conclude: “In questa difficile situazione economica ci manca soltanto che l'Italia sia costretta a restituire i finanziamenti delle borse di studio perché non siamo stati in grado di trovare le risorse necessarie a coprire tutte le borse. È in gioco il diritto allo studio delle ragazze e dei ragazzi, dove la condizione economica delle famiglie determina la possibilità della prosecuzione degli studi”.