Il benessere della popolazione, non solo le cure, è possibile solo grazie al lavoro di operatori e operatrici sanitarie, e non solo. Dipende anche dall’attività di uomini e donne che si occupano di manutenzioni, sanificazioni e pulizie, preparazione dei cibi. A dare il senso dell’iniziativa sono gli articoli 1 e 32 della Costituzione che necessariamente debbono camminare insieme. Non è possibile garantire a tutti i cittadini e a tutte le cittadine il diritto alla salute, che non è solo accesso alle cure anche se già sarebbe tanto, senza il lavoro di uomini e donne. Allora per parlare di diritto alla salute è necessario parlare del lavoro, con quali diritti, con quali regole, con quale salario.

Secondo Cgil e Fp Cgil, organizzatori del convegno che si tiene a Roma il 4 marzo in un luogo simbolo come l’Aula Magna dell’Ospedale George Eastman, l’unico pubblico che si occupa della salute della bocca e dei denti, “occorre innanzitutto predisporre un piano per la buona e piena occupazione. Negli ospedali, nei servizi territoriali, negli ambulatori manca personale per coprire le carenze di organico accumulate negli oltre 10 anni di blocco del turn-over e di tetto di spesa per il personale. Manca personale per rispondere ai bisogni dei cittadini e delle cittadine a partire dallo smaltimento delle liste di attesa che erano già insopportabilmente lunghe prima del Covid e con la pandemia si sono ulteriormente allungate. Manca personale per far funzionare i servizi territoriali, dai Sert a quelli per la salute mentale fino ai consultori indispensabili per la prevenzione oltre che per la cura”.

E occorre anche affrontare altre due vere emergenze: da un lato la precarietà molto diffusa nel settore, dall’altra la molteplicità di contratti che caratterizzano i rapporti di lavoro all’interno di una stessa corsia di ospedale. Quello del pubblico impiego, quello delle cooperative, quello libero professionale, magari anche quello in appalto.

E se è vero che è il lavoro a costruire salute, allora – questo il monito che arriva da Fp e Cgil – occorre accendere una luce potente sul Pnrr. Le Missioni 5 e 6 descrivono e progettano come dovranno essere le strutture e i servizi socio-sanitari del prossimo futuro. Bene, ma il rischio che rimangano infrastrutture vuote o quasi è altissimo a cominciare da quelle previste per la sanità di territorio. Occorre prevedere le risorse per il personale che quei servizi e quelle strutture dovranno far vivere. Servizi e strutture pubbliche perché – lo ricordano da Corso d’Italia – l’articolo 32 è chiaro: la salute è un diritto di cittadinanza e come tale deve essere garantito dal servizio sanitario pubblico e universale.

L’appuntamento è per le ore 10 in diretta su Collettiva.it. L’iniziativa sarà aperta dai saluti del direttore generale del Policlinico Umberto I (dal quale dipende l’Ospedale Eastman n.d.r.) Fabrizio D’Alba. Introdurrà la discussione Rossana Dettori, segretaria nazionale della Cgil. Dopo di lei prenderanno la parola operatori e operatrici delle diverse professioni sanitarie, lavoratori delle manutenzioni e degli appalti, Nerina Dirindin, Presidente dell’Associazione Salute diritto fondamentale; Maria Grazia Giannichedda, presidente della Fondazione Basaglia. Concluderà l’incontro Maurizio Landini, segretario generale della Cgil