“Una riforma ingiusta e regressiva, finanziata da condono, spesa in deficit e da una partita di giro sulle detrazioni, a vantaggio esclusivo dei redditi alti e non di quelli bassi che rischiano invece di non ricevere alcun beneficio”. È questo il duro giudizio della Cgil sulla flat tax e sulla riforma fiscale ventilata dal governo.

Sulla base di quanto anticipato da esponenti di governo, con la riduzione delle aliquote, da cinque a tre, per la Cgil “si perderebbe la giusta progressività, avvantaggiando i ricchi: tanto più alti saranno i redditi, maggiori saranno i vantaggi; mentre per i contribuenti sotto la soglia dei 26 mila euro potrebbe addirittura essere più vantaggioso restare nell'attuale sistema”.
 
Inoltre, per il sindacato, il progetto dell’esecutivo è “ingiusto” perché, spiega, “oltre a recuperare risorse da un ennesimo gigantesco condono (15 miliardi), ne incassa altre dal taglio alle spese fiscali, detrazioni e deduzioni (fino a 15 miliardi, il resto in deficit). Quindi una partita di giro, poiché, per finanziare tale riforma, alcune persone, soprattutto quelle con i redditi più bassi, si vedranno ridurre le detrazioni, ad esempio per spese mediche e istruzione”.

“Il Paese – conclude la Cgil – ha necessità di una vera riforma fiscale, così come rivendichiamo nella piattaforma elaborata con Cisl e Uil, ma serve garantire equità attraverso la progressività, e partire da chi ha più bisogno, da lavoratori e pensionati riducendo loro le tasse, e agendo, nell’immediato, con l’aumento delle detrazioni”.