Da quarant'anni rilevano i dati sugli ascolti televisivi, ora rischiano di rimanere senza lavoro. È il giorno dello sciopero per i lavoratori e le lavoratrici del gruppo Nielsen Media Italy. Gli addetti incrociano le braccia per quattro ore, dalle 8 alle ore 12, con un presidio di due ore che parte alle 10 presso la sede di Auditel in via Larga 11, Milano. La protesta è stata proclamata da Filcams Cgil e Fisascat Cisl. La motivazione? I posti di lavoro sono a rischio, dopo la decisione di Auditel che ha annunciato il cambio di affidamento per i servizi dei tecnici in campo. Una decisione che mette in pericolo la qualità del servizio, di coloro che rilevano l'Auditel, e insieme mette in dubbio l'occupazione.

Il cambio di affidamento

Nello specifico, lo scorso aprile la proprietà di Auditel, nel momento del rinnovo dell’appalto per la rilevazione dei dati sugli ascolti, ha deciso di affidare il lotto relativo ai tecnici di campo (Field) a una nuova azienda. I lavoratori del gruppo Nielsen Media Italy rappresentano l’azienda uscente che ha gestito il servizio per più di quarant'anni: hanno subito chiesto di conoscere il futuro dei 56 lavoratori che a fine anno si sarebbero trovati senza impiego.

Auspicando una transizione morbida, che permettesse il graduale assorbimento di tutti i tecnici di Nielsen Media Italy in Covercare, la subentrante, hanno quindi chiesto che Auditel, ossia il committente, si facesse garante della trasparenza del passaggio di consegne. Purtroppo Auditel ha scelto di restare al di fuori di ogni trattativa, raccontano le Rsu, rifiutandosi per ben due volte di incontrare una rappresentanza dei lavoratori Nielsen.

Auditel non risponde

Nei mesi successivi, dovendosi accordare due aziende sostanzialmente concorrenti, ha finito col prevalere la logica del sospetto reciproco e della spesa minima in nome del più alto margine di profitto possibile. In sintesi, Covercare assorbirà poco più di una ventina di tecnici da Nielsen Media Italy, assumendo gli altri da zero alle condizioni più vantaggiose possibili sul mercato. Come lavoratori, spiegano sempre le Rsu, "i dipendenti tutti del gruppo Nielsen Media Italy sono sconcertati nel vedere sviliti impegno e professionalità di persone che per decenni hanno garantito alle rilevazioni Auditel di raggiungere standard qualitativi così alti".

Ancora una volta, fanno notare con amarezza, "si conferma come per molte aziende il lavoro non abbia una dignità e una professionalità che lo valorizzano, ma solo un prezzo da tirare il più possibile verso il basso. Spiace vedere come anche Auditel, una realtà a partecipazione mista, in cui sono presenti colossi delle telecomunicazioni come Mediaset, Cairo e anche un’azienda pubblica come la Rai, che dovrebbero essere attenti agli aspetti sociali del lavoro, abbracci questa logica". Insomma, proprio chi dovrebbe certificare il valore e la qualità dell'intrattenimento tiene in poco valore il valore e la qualità di chi lavora.

Aprire subito un confronto

A fare il punto della situazione con Collettiva è Giuseppe Nardozza, delegato Filcams Cgil in Nielsen Media. "Facciamo un presidio davanti alla sede di Auditel di Milano - esordisce -, perché vogliamo sollecitarli, capire se ci ascoltano oppure no. Chiediamo di aprire subito un tavolo di confronto. Ci chiediamo - inoltre - com'è possibile garantire la continuità del servizio se i tenici si riducono a un numero esiguo, con difficoltà nel formare altro personale". 

L'opera dei tecnici non è un lavoro qualsiasi, specifica Nardozza. "Nella pandemia non si sono mai fermati. Prima hanno lavorato da remoto, poi hanno trovato procedure tali da operare in condizioni di sicurezza entrando nelle famiglie che collaborano al campione Auditel. Insomma, è stata data continuità nella qualità, nella competenza e nella fiducia che le famiglie accordano quando si entra nella loro abitazioni". Non è una mera rilevazione dunque: "Servono anche capacità empatiche e un rapporto che continua nel tempo: noi abbiamo questo tipo di professionisti, ci chiediamo come Auditel possa affidare tutto a un'altra azienda ignorando un legame di fiducia che è proprio personale".

L'esponente della Filcams infine riassume la vertenza: "Abbiamo ricevuto la notizia della perdita del lotto nello scorso marzo, abbiamo scritto una richiesta di incontro alla proprietà, che però non ci ha mai risposto. Siccome in questo caso non c'è una cessione di ramo d'azienda, siamo scoperti da ogni strumento legale. L'unica soluzione è aprire un confronto e va fatto subito".