L’assemblea di più di 300 lavoratrici e lavoratori di Bff Bank ha dato mandato ai sindacati di avviare la mobilitazione per il mancato accordo con l’istituto di credito alla fine della procedura aperta ex art. 22 del ccnl.

Fisac Cgil, Fabi, First Cisl e Unisin ribadiscono “i motivi del rifiuto alla sottoscrizione dell’accordo proposto dalla banca: non riconoscere la ricollocabilità interna dei colleghi coinvolti nel piano di esuberi; non voler aprire un confronto sul fondo di sostegno al reddito esteso all’intera platea dei lavoratori di Bff e procedere comunque ai licenziamenti collettivi”. Da ultimo, i sindacati sottolineano che si oppongono “al principio che, quando le cose vanno bene, si arricchiscono gli azionisti, mentre, quando vanno male, ci rimettono solo i lavoratori”.

Fisac, Fabi, First e Unisin hanno quindi discusso “le azioni da intraprendere in relazione all’iniziativa unilaterale della banca di procedere con incentivi all’esodo, invitando alla prudenza nell’accettare un’offerta che, al di là dei termini economici messi in campo, va valutata con estrema attenzione”.

L’assemblea, concludono i sindacati, ha dimostrato che “le lavoratrici e i lavoratori di Bff Bank non sono disposti ad accettare passivamente una strategia padronale che non solo compromette il posto di lavoro dei colleghi a oggi coinvolti, ma mette a rischio anche tutta la forza lavoro”.