Whirlpool ha comunicato oggi (martedì 17 gennaio) il raggiungimento di un accordo per la nascita di una nuova società che vedrà la presenza del gruppo turco Arçelik con una quota del 75% e della stessa multinazionale americana con il 25%.

Secondo l’accordo, spiegano Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil, Whirlpool “trasferirà il business europeo dei grandi elettrodomestici con i sette stabilimenti e tutta la forza lavoro. Arcelik conferirà due stabilimenti produttivi rumeni”. La transazione dovrebbe concludersi nella seconda metà del 2023, successivamente alla valutazione sulle norme in materia di antitrust da parte della commissione europea. La “comunicazione agli azionisti”, originariamente prevista per il 31 gennaio, ha subito una forte accelerata, a detta della direzione aziendale, per trovare un momento comune tra la borsa finanziaria americana e quella turca.

“Tutte le operazioni di questo genere – commentano i sindacati – comportano forti rischi industriali e occupazionali, a causa delle cosiddette sinergie e ottimizzazioni dei costi. Di fatto nel comunicato di Whirlpool questo è già previsto quando dice che: si prevede che le attività combinate genereranno sinergie di costi per oltre 200 milioni di euro”.

Fiom, Fim e Uilm chiedono con urgenza “la convocazione di un tavolo ministeriale dove il governo confermi con i fatti che l’elettrodomestico rappresenta un settore manufatturiero strategico per il nostro Paese. È necessario avere garanzie sul mantenimento occupazionale dei 4.700 dipendenti e industriale con tutti gli stabilimenti e i centri ricerca”.

Nella chiusura dello stabilimento Whirlpool di Napoli “le istituzioni – concludono le sigle metalmeccaniche – non ci hanno sostenuto nel contrastare la scelta della multinazionale americana perché in concreto cercarono di attivarsi a scelta già compiuta. È quindi necessario che il ministro Urso definisca le garanzie occupazionali e industriali sia da Arçelik sia da Whirlpool nei prossimi mesi, prima della costituzione della nuova società”.