C’è una data per lo sciopero nazionale degli addetti della vigilanza privata: si asterranno dal lavoro per l’intera giornata del 2 maggio. La notizia è arrivata dopo l’esito negativo dell’incontro con le associazioni datoriali per espletare la procedura di raffreddamento, e dopo il partecipato dibattito all’assemblea nazionale unitaria delle strutture e dei delegati.

“Il comportamento delle parti datoriali è inaccettabile – ha detto Sandro Pagaria, della Filcams Cgil nazionale –. Bisogna sollecitare le istituzioni, i committenti e quanti hanno un ruolo nel comparto della vigilanza privata, a fare il possibile perché il tavolo venga riaperto e si possa arrivare finalmente a una dignitosa conclusione del negoziato per il rinnovo del contratto nazionale”.

È partita dunque una nuova mobilitazione per sollecitare l'avvio delle trattative per il rinnovo del contratto del settore vigilanza privata e servizi di sicurezza, atteso da oltre sei anni. La decisione arriva dall'assemblea nazionale unitaria delle strutture e dei delegati Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil che ha discusso e approfondito la situazione drammatica in cui versano gli oltre 100mila addetti.

Una trattativa che aveva già visto un lunghissimo round, concluso con esito negativo il 18 marzo, nel corso del quale le associazioni datoriali, denunciano i sindacati, "anziché presentare una proposta dignitosa sul piano salariale, hanno dichiarato di non aver ricevuto mandato dalle rispettive aziende". Una risposta "di estrema gravità", considerando come l'andamento dell'inflazione in questo periodo stia comportando "una grande penalizzazione del potere d'acquisto dei redditi medio-bassi".

La costituzione "di una nuova associazione datoriale, comunicata a mezzo stampa a poche ore dalla ripresa del negoziato, rappresenta un elemento di preoccupazione per un settore in cui la rappresentatività datoriale evidenzia da tempo una frammentazione eccessiva e l'incapacità di realizzare una sintesi positiva per le relazioni sindacali", dicono ancora Filcams Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs: Le sigle denunciano anche "il colpevole silenzio delle istituzioni, a partire dal ministero dell'Interno, delle Prefetture e del ministero del Lavoro che, irresponsabilmente, non esercitano la funzione di controllo e intervento loro assegnata dalle norme vigenti".