La Rsu Perugina piange la scomparsa di Francesco Mandarini, padre del sindacato in fabbrica negli anni ’60 e poi rappresentante della classe operaia nella politica e nelle istituzioni, capace di incidere profondamente nel progresso della nostra regione e della classe operaia tutta. 

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Mandarini è entrato in Perugina nel luglio del 1960, insieme ad altri 600 giovani, come stagionale. "L’ingresso del nostro gruppo - ha raccontato Francesco nel libro La Perugina è storia nostra - comportò una forte spinta al cambiamento anche all’interno del sindacato. La Perugina era in quegli anni una punta avanzata del sindacato, un riferimento per tutti i lavoratori della provincia”.

“A tanti anni di distanza - si legge in una nota della Rsu Perugina - sentiamo ancora forte questa eredità. Francesco ci ha insegnato che il lavoro in fabbrica, unito all’impegno nel sindacato, può essere uno straordinario veicolo di emancipazione, non solo personale, ma per tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori. In quegli anni l’ingresso di Francesco e di altri operai nelle istituzioni portò una straordinaria ventata di cambiamento e progresso, la pagina più importante di avanzamento democratico per la nostra regione e per tutto il paese. Dalle fabbriche, dai posti di lavoro, partì la spinta per costruire una società più giusta, più equa, più democratica”. 

“L’esempio di Francesco Mandarini è fondamentale per noi lavoratrici e lavoratori di oggi - conclude la Rsu di San Sisto - perché è la dimostrazione tangibile di come impegnarsi nel sindacato, in politica, nella rappresentanza degli interessi del lavoro non sia affatto inutile, ma al contrario sia l’unica strada per provare a cambiare davvero dal basso la nostra società. Grazie Francesco, cercheremo sempre di seguire i tuoi passi”.