“Non disponendo di altre posizioni di lavoro ove poterla utilmente ricollocare, le comunichiamo il suo licenziamento”. Finisce così, con queste poche, fredde parole la lettera con cui si comunica il licenziamento di tre lavoratori della società Movibus di Milano, dopo molti anni di onorato servizio (più di venti per due di loro). L’azienda in questione ha visto, anche per il 2021, e forse unica tra le aziende che gestiscono in Lombardia il trasporto pubblico locale, segnare un utile di bilancio, grazie anche ai contributi pubblici ricevuti.

Secondo Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti della Lombardia, il licenziamento dei tre colleghi è “uno schiaffo in pieno volto, tanto all’intera categoria dei lavoratori del tpl quanto ai contribuenti italiani: l’accaduto non può far rimanere inerti le istituzioni lombarde”.

“Quanto è successo è assolutamente intollerabile – affermano i segretari generali regionali, Luca Stanzione, Giovanni Abimelech e Antonio Albrizio -. Il sistema del trasporto pubblico locale lombardo, prossimo ad essere organizzato attraverso nuove gare, ha ricevuto sussidi pubblici anche per mantenere la stabilità occupazionale. Troppe volte, nel recente passato periodi di crisi economica sono stati utilizzati come alibi per licenziamenti”.

“Tocca amaramente constatare - chiosano infine le parti sindacali -che i tre lavoratori erano da sempre attivi tanto nella vita sindacale quanto nel proporre miglioramenti organizzativi anche nell’interesse aziendale”. Quale quindi la ragione di questi tre licenziamenti, si chiedono le tre sigle di categoria, non versando affatto l’azienda in crisi?