È stata inaugurata nel pomeriggio di ieri la nuova Casa dei Diritti presso la Galleria dei Fonditori a Pesaro. Un luogo simbolo della storia industriale, sindacale e sociale della città.

Nei nuovi uffici sono già operative le sedi della Lega Spi di Pesaro, di Caaf, Inca, Sunia, Federconsumatori e dell’Auser.

All’inaugurazione hanno partecipato anche il sindaco di Pesaro Matteo Ricci e il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Giuseppe Paolini.

Per il segretario generale della Cgil provinciale, Roberto Rossini, “è veramente bello poter inaugurare la nostra Casa dei Diritti nel cuore della città. Bello anche poterlo fare in presenza, dopo tanti mesi di videoconferenze.  Siamo molto contenti perché rappresenta la nostra volontà di tenere assieme non solo i lavoratori ma anche i cittadini”.

Roberto Rossini, va sottolineato, ha voluto con forza che si ricordasse la storia della fonderia Montecatini, la più grande fabbrica pesarese che sorgeva qui, dove ora ci sono l’Ipercoop, uffici, negozi, biblioteche e anche la Cgil.

Per l’occasione è stato quindi presentato il libro dal titolo “Fonderia Montecatini – Storia di una fabbrica pesarese” (ed. Futura/Ediesse), in collaborazione con Iscop e Biblioteca Bobbato, scritto da Andrea Girometti e Marco Labbate, ricercatori dell’Università di Urbino e dell’Iscop.

Il presidente della Provincia di Pesaro e Urbino Giuseppe Paolini  ha voluto sottolineare l’importanza dei servizi che la Cgil offre ai cittadini e non solo ai propri iscritti. “Sono un amministratore pubblico ma anche un uomo di sinistra – ha detto – e ricordo mio zio che era un fonditore di questa fabbrica; un lavoro durissimo, ma grazie a questi operai ha determinato il benessere e l’emancipazione di centinaia di famiglie. anche se adesso rappresenta un modello di consumismo e grazie alla nuova sede della Cgil molti cittadini potranno essere tutelati e informati sui loro diritti”.

“C’è un fil rouge che lega la nuova sede della Cgil  a un luogo veramente simbolico per le battaglie a difesa del lavoro che hanno accompagnato lo sviluppo economico della  città”, ha detto Daniela Barbaresi, segretaria generale della Cgil Marche.

Per Mauro Soldini, del collegio di presidenza dell’Inca nazionale, "l'iniziativa è molto interessante: la Cgil deve essere punto di riferimento non soltanto per gli iscritti e le iscritte ma per tutti i cittadini che potrebbero scoprire e rivendicare diritti che non conoscevano. Noi non vendiamo servizi - ha sottolineato -  noi siamo la Cgil, noi tuteliamo le persone”.

Al taglio del nastro e alla presentazione del libro è intervenuto anche il segretario nazionale confederale Roberto Ghiselli, di Pesaro.

“È sempre una gioia quando si apre una nuova sede del nostro sindacato – ha detto -. Sono molto legato alla Montecatini: ero infatti segretario della Fiom quando nel 1988 la ex Montecatini, passata poi alla Montedison, è stata smantellata. Ma la grande professionalità delle maestranze ha permesso non soltanto la loro ricollocazione ma ha contribuito ad accrescere il tessuto produttivo del territorio.

Al piano superiore della Galleria dei Fonditori, si trova la Biblioteca Archivio Vittorio Bobbato dove è stato presentato il libro.

La fonderia Montecatini affonda le sue radici nella seconda metà dell’800 quando si chiamava Fonderia Albani dal nome della famiglia proprietaria.

Ma è nel 1917 che viene acquisita dalla Montecatini (proprietaria anche della miniera di Perticara e di Ca’ Benardi).

Tra crisi e riprese, sotto la guida del direttore generale Guido Donegani il colosso industriale arriva anche a 400-500 addetti.

Maestranze con una grande professionalità riconosciuta anche a livello internazionale.

Il dopoguerra rappresenta il momento di maggior sviluppo. La Fiom è il sindacato più rappresentativo, quasi un avamposto, si può dire.

Il libro racconta anche il conflitto sindacale che si apre dentro la fabbrica negli anni ’60, con la nascita della FLM, e si riverbera anche sulla Montecatini.

La demolizione avviene nel 1988 ma la crisi inizia nel 1966 con l’acquisizione da parte della Edison. Nasce così il colosso Montedison ma la fonderia pesarese nei piani industriali della Montedison ha un ruolo sempre più marginale.

Cominciano le lotte per evitarne la chiusura, che coinvolgono non soltanto il consiglio di fabbrica ma tutte le istituzioni locali, regionali e nazionali. Il segnale più forte della dismissione arriva con la creazione della Costruzioni Meccaniche Pesaro, la Montedison abbandona la fonderia. A questo punto l’imprenditore edile Palazzetti progetta la costruzione del primo grande centro commerciale della città: l’Ipercoop Miralfiore, e la grande fonderia cede il passo a un nuovo modello di produttività. La demolizione avviene nel 1988.

La Casa dei diritti della Cgil si colloca dunque  in un luogo simbolo di transizione rappresentato da un  modello di sviluppo diverso: lavoratori della grande distribuzione e della logistica oltreché luogo di recupero e trasmissione della memoria rappresentato dall’Iscop e dalla biblioteca Bobbato.