"La chiusura del rito abbreviato, con le relative condanne inflitte agli imputati, e i rinvii a giudizio decisi oggi dal Tribunale di Venezia confermano, di fatto, l'impianto accusatorio della Pubblica accusa". Inizia così la dichiarazione di Silvana Fanelli, segreteria Cgil Veneto, e Stefano Facci, segretario generale Cgil Verona, sulle condanne e sull'importante risarcimento danni riconosciuto al sindacato nell'ambito del maxi processo “Taurus”, contro la 'Ndrangheta che operava nel Veronese,

"È la dimostrazione evidente - scrivono i sindacalisti - della presenza della criminalità organizzata nel tessuto produttivo regionale.

L'ennesima prova che non siamo più di fronte a sporadiche infiltrazioni, ma a un radicamento che parte da tempi lontani e che le crisi finanziarie che si sono succedute negli anni non hanno fatto altro che consolidare, offrendo ai clan l'opportunità di sfruttare le difficoltà di molte imprese per condizionarle o prenderne definitivamente il controllo.

Quanto accaduto deve mettere in grande allarme l'intero sistema veneto, a livello istituzionale, economico e sociale, perché stiamo affrontando una nuova crisi e perché è in arrivo una quantità davvero significativa di risorse, che le mafie hanno messo senz'altro nel mirino.

La Cgil c'è e ci sarà, come dimostra la costituzione di parte civile in questo processo, che ha visto proprio oggi il riconoscimento di un cospicuo risarcimento danni sia a favore della nostra struttura regionale che della Camera del lavoro scaligera, rappresentate dai legali Leonello Azzarini del foro di Venezia e Chiara Palumbo del foro di Verona.

Segno che il Tribunale individua nelle lavoratrici e nei lavoratori le prime vittime dell'illegalità economica e della violenza criminale nei luoghi di lavoro, che calpestano diritti e libertà fondamentali delle persone, compresa quella di organizzarsi sindacalmente e di lottare per la propria emancipazione.

Da soli, però, i sindacati non possono vincere questa battaglia fondamentale, che deve coinvolgere le forze vive e sane della società, a partire da quelle imprenditoriali. 

Non basta l'impegno straordinario delle Forze dell'Ordine e della Magistratura, che pure stanno ottenendo risultati eccezionali sul piano giudiziario.

Questa è una sfida culturale e di civiltà, dal cui esito dipende il futuro del nostro modello di sviluppo, che dobbiamo fondare sulla legalità, sulla trasparenza e sulla giustizia sociale".