La Gianetti Fad Wheel di Ceriano Laghetto ha annunciato la chiusura dello stabilimento ed apre una procedura di licenziamento collettivo per 152 persone.

Per Pietro Occhiuto, segretario generale della Fiom Cgil Brianza, "siamo alla barbarie, difenderemo i posti di lavoro. Niente lasciava presagire un epilogo di questa natura. Gli operai avevano finito il turno notturno del venerdì dandosi appuntamento al lunedì mentre nel tardo pomeriggio di sabato si sono trovati una mail con la quale si annunciava la collocazione in ferie per poi andare in permesso retribuito fino a quando non si chiuderà definitivamente lo stabilimento di Ceriano”.

“Essere licenziati via mail è una vera e propria barbarie, si calpesta la dignità delle persone” prosegue Occhiuto che aggiunge “da oggi saremo in assemblea permanente, presidieremo i cancelli e difenderemo i posti lavoro”. “Stupisce anche che la Gianetti, associata a Confindustria, se ne freghi di quanto sottoscritto tra Governo e parti sociali ed annunci la chiusura dello stabilimento e il licenziamento delle persone senza neanche far ricorso agli ammortizzatori sociali. Confindustria è in grado di garantire che le aziende a lei associate rispettino i patti siglati con il sindacato?” conclude il segretario generale della Fiom Cgil Brianza.

"Risulta incomprensibile - scrivono le segreterie regionali di Fim, Fiom e Uilm Lombardia - la scelta di chiudere lo stabilimento da un giorno a un altro, quando inoltre niente faceva presagire tale azione da parte della Società.

Chiediamo subito il ritiro della procedura.

Una decisione inaccettabile: le difficoltà asserite dall'azienda non possono ricadere sui lavoratori. Se ci sono problemi si apra un tavolo di confronto con il sindacato per individuare insieme le soluzioni più opportune.

Troviamo altrettanto inaccettabile che la Gianetti Ruote, associata a Confindustria (Assolombarda) abbia deciso di non dare seguito agli impegni sottoscritti in data 29 giugno tra Governo e tutte le Parti Sociali, con la firma dell’avviso comune.

Pertanto, Fim Fiom e Uilm regionali, chiedono ad Assolombarda, di richiamare la propria associata affinché attui il mantenimento degli impegni sottoscritti, utilizzando strumenti alternativi ai licenziamenti, per trovare ogni forma di soluzione, per dare continuità al mantenimento del sito produttivo.

Siamo fortemente convinti che gli impegni vanno applicati a partire dal pieno rispetto dell’ avviso comune e qualora la Direzione non dovesse arretrare sulla propria decisione, chiediamo ad Assolombarda di prendere e rendere pubbliche le distanze dalla propria associata".