La ventottesima vittima sul lavoro in Campania dall’inizio dell’anno si chiamava Matteo Leone, aveva 34 anni ed era un operaio del porto di Salerno. L’incidente avvenuto ieri pomeriggio non gli ha dato scampo. Matteo era rimasto schiacciato da un muletto durante un’operazione di lavoro. Il suo nome si è purtroppo aggiunto all’elenco che Feneal Uil, Filca Cisl e Fillea Cgil Campania hanno messo nero su bianco su un lungo striscione che questa mattina ha campeggiato in piazza Plebiscito a Napoli, una delle sei piazze italiane scelte dalle categorie degli edili per la giornata di mobilitazione per chiedere di fermare le stragi sul lavoro.

“Purtroppo – ha osservato il segretario generale Fillea Cgil Campania, Vincenzo Maio -, si continua a morire e si continua a morire allo stesso modo, cadendo dall’alto. Dall’inizio dell’anno, in edilizia abbiamo registrato dieci morti, nove causate da cadute dell’alto. Un dramma a cui si deve porre fine, lavorare deve essere un progetto di vita e un contributo all’economia familiare, non un terno al lotto: non si può uscire di casa sapendo che forse non si farà ritorno. È una battaglia di civiltà, di dignità dei lavoratori. Ci sono una serie di circostanze che bisogna affrontare, dalla carenza di personale all’interno degli ispettorati del lavoro e nell’Inail, che rendono difficili e meno costanti i controlli. La liberalizzazione dei subappalti va contro le necessità di questo settore: si muore sempre di più infatti nei piccoli cantieri, nei subappalti. Si muore dove non c’è il sindacato. Il Governo dia regole certe per lavorare in sicurezza”.

“In questa settimana di mobilitazione, che si concluderà venerdì prossimo a Roma, con un presidio nazionale di Cgil, Cisl e Uil davanti al Parlamento, chiediamo ad alta voce che si fermi questa strage di lavoratori. La Campania, - ha ricordato il segretario generale Cgil Napoli e Campania, Nicola Ricci - con la morte nella notte di un giovane operaio portuale di Salerno, fa registrare 28 morti dall’inizio dell’anno, con i settori dell’edilizia e dell’agricoltura che restano quelli più colpiti. Bisogna intervenire sulla prevenzione senza ridurre le tutele e i diritti a colpi di decreto. Riteniamo, che occorra subito un accordo quadro con il Governo e le istituzioni per grandi piani di assunzione negli ispettorati, nell’Inail e negli organi di controllo. Il decreto semplificazione, in costruzione in queste ore, purtroppo, non ci aiuta. Voler superare il codice degli appalti, voler ritornare agli appalti diretti e al massimo ribasso nelle gare, significa aggiudicarsi lavori tagliando i costi dei salari dei lavoratori e delle dotazioni di sicurezza. Temiamo che la velocità nella realizzazione dei progetti mettano a rischio la vita dei lavoratori, a scapito della legalità e della qualità stessa del lavoro. Per noi, contano solo la sicurezza, la prevenzione e il rispetto di leggi e contratti di lavoro”.