Bastano poche risposte per spiegare la contrarietà della Cgil al dl Semplificazioni. Maurizio Landini le dà oggi sulle pagine del quotidiano la Repubblica. Il segretario generale del sindacato di Corso d’Italia definisce “una vera scelta indecente quella che si appresta a fare il governo”: “la liberalizzazione del subappalto, le gare al massimo ribasso, e poi ci mancava pure l'appalto integrato, quello che affida allo stesso soggetto la progettazione e l'esecuzione dell'opera”.

“Trovo del tutto sbagliato e grave l'orientamento che il governo sembrerebbe prendere con il decreto Semplificazioni. – commenta il segretario generale del sindacato di Corso d’Italia rispondendo alle domande di Roberto Mania - Così si torna indietro di vent'anni, ai tempi del governo Berlusconi e del suo ministro Lunardi. E abbiamo già visto che cosa significa: riduzione dei diritti per chi lavora sugli appalti, scarsa qualità del lavoro, scarsa qualità delle opere, maggiore insicurezza nei cantieri e, infine, il rischio di alimentare il male oscuro italiano, quello della corruzione e dell'illegalità”.

È per questi motivi che alcune categorie sono già pronte allo sciopero generale e la confederazione lo valuterà assieme a Cisl e Uil. Il governo d’altro canto si era impegnato a discutere con i sindacati “prima di approvare le riforme e i decreti, invece non lo sta facendo. Dunque è chiaro che se non cambia direzione ragioneremo su tutte le forme di mobilitazione necessarie, nessuna esclusa. (...) Ci stiamo giocando il futuro del Paese. – denuncia Landini - Non può essere che solo un anno fa tutti riconoscevano il valore essenziale del lavoro e delle persone per uscire dalla pandemia e adesso si possono tranquillamente sbloccare i licenziamenti e aprire alla liberalizzazione degli appalti”.