Nessuna intenzione di ridurre la capacità produttiva in Italia e a Melfi, ma la messa in campo di “azioni finalizzate a fronteggiare il forte calo della domanda di mercato”. Questa la posizione di Stellantis, secondo quanto riportano i sindacati, espressa oggi (giovedì 15 aprile) nel corso dell’incontro che si è tenuto nel tardo pomeriggio (con inizio alle 16.30) a Torino. Una posizione che, certamente, non ha fugato dubbi e timori delle sigle metalmeccaniche. La delegazione dell'azienda era guidata da Davide Mele, vice responsabile delle Attività regionali, e dal responsabile delle relazioni industriali Pietro De Biasi. Per la Fiom Cgil era presente il segretario nazionale (e responsabile automotive) Michele De Palma.

“Un primo passo, un primo confronto che continuerà nel corso dei prossimi mesi”, ha detto appunto De Palma al termine del vertice, rimarcando che “la cosa davvero importante è aprire una discussione sul futuro di Stellantis in Italia, a partire dalle scelte dell'azienda, ma anche di una garanzia che noi chiediamo al governo nazionale”. Per il segretario nazionale Fiom, infatti, il problema “è che in questo momento il governo è completamente assente da un confronto che noi, invece, riteniamo assolutamente necessario”.

Michele De Palma ha poi allargato il discorso alla fusione (tra Fca e Psa) nel suo complesso. “Come abbiamo letto dai quotidiani francesi, il ministro dello sviluppo economico transalpino e l'amministratore delegato hanno detto che la Francia sarà un Paese in cui si produrranno auto”, ha spiegato, ribadendo la necessità che “Stellantis apra al fatto che in Italia ci sia la piena occupazione delle lavoratrici e dei lavoratori”. In conclusione, l’esponente Fiom ha insistito sull’urgenza che “il governo italiano finalmente decida che anche il nostro Paese, nel futuro, continuerà a produrre auto e a salvaguardare l'occupazione”.

Fiom, Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr, in un comunicato ufficiale, hanno richiesto per tutte le realtà italiane, e in particolare per lo stabilimento di Melfi (Potenza), di “cessare la gestione unilaterale cui stiamo assistendo in queste settimane e di scongiurare il ridimensionamento delle capacità produttive od operazioni che producano impatti occupazionali inaccettabili anche nell’indotto”. Le sei sigle metalmeccaniche, invece, sollecitano “un confronto sul piano industriale in vigore e sulle nuove strategie, vista la situazione difficile di tutto il settore”. Lo stesso confronto costante “dovrà tenersi sui luoghi di lavoro, affinché i recuperi sui costi non abbiano impatti negativi sui lavoratori”.

La direzione aziendale, spiega il comunicato sindacale, ha ribadito che “è in corso la realizzazione del piano industriale presentato due anni fa e ha manifestato la volontà di condividere il nuovo piano man mano che prenderà forma”. Ha inoltre affermato “di non avere intenzione di ridurre la capacità produttiva in tutto il Paese e a Melfi ma piuttosto immagina azioni finalizzate a fronteggiare il forte calo della domanda di mercato. Tuttavia non ha fugato tutti i nostri dubbi e timori, che approfondiremo nei prossimi confronti a livello sia locale sia nazionale”.

Con l’incontro di oggi, dunque, si è avviato fra il sindacato italiano e il nuovo management di Stellantis un confronto che proseguirà nei prossimi mesi, a partire dalla fine di maggio. “Chiediamo un dialogo trasparente e costante negli stabilimenti – affermano Fiom, Fim, Uilm, Fismic, Uglm e Aqcfr – e saremo impegnati nei prossimi giorni a informare le lavoratrici e i lavoratori”. I sindacati, infine, auspicano che il governo convochi al più presto “un tavolo di settore capace di supportare l’industria automotive nelle profonde trasformazioni in atto per competere con le altre potenze industriali, che si stanno attrezzando per vincere la concorrenza internazionale e per garantire l’occupazione”.

Nella mattinata, intanto, si era tenuta l’assemblea dei soci di Stellantis. Il nuovo business plan della società sarà un “piano offensivo”, con scelte “dirompenti” per il settore automobilistico: così ha detto l'amministratore delegato Carlos Tavares agli azionisti, sottolineando che il piano sarà presentato al “capital markets day” previsto alla fine dell’anno o all'inizio del 2022. “Siamo entusiasti - ha spiegato Tavares - delle molte opportunità che si aprono davanti a noi, abbiamo creato questo gruppo per andare avanti con scelte radicali”.

L'assemblea degli azionisti di Stellantis, infine, ha approvato quasi all’unanimità (99,6%) il bilancio 2020. I soci del gruppo hanno approvato anche la distribuzione di un dividendo straordinario di un miliardo (0,32 euro per azione) legato alla fusione. Nessuna cedola, invece, da parte di Fiat Chrysler e del gruppo automobilistico francese Psa, una decisione dovuta agli effetti della pandemia e all'esigenza di dare maggiore solidità a Stellantis.