Altre due ore di sciopero in settimana, che seguono le due già svolte lunedì 12 aprile (con presìdi davanti ai vari stabilimenti). Questa la decisione delle assemblee dei lavoratori Ids di Pisa, Napoli e Taranto, che hanno proclamato un pacchetto di ore di sciopero “sia contro il ricatto occupazionale posto dall’azienda – spiega il coordinatore nazionale Fiom Cgil del gruppo Massimo Braccini – come condizione vincolante alla vendita e sia contro l’accordo firmato da sindacati minoritari in deroga al blocco dei licenziamenti”.

Per il responsabile dei metalmeccanici i dipendenti “non intendono sottostare ad alcun ricatto e ritengono l’accordo sindacalmente grave in quanto lascia mano libera all’azienda di poter andare a fare pressione sui lavoratori che hanno il pieno diritto di non essere licenziati”. Ma soprattutto mancano “l’acquirente, un piano industriale, l’impegno per la salvaguardia di tutte le sedi e dell’occupazione, quindi le minime garanzie sul futuro del gruppo”.

La Ids (209 dipendenti), azienda che opera nel campo dell’ingegneria elettromagnetica, ferroviaria e nelle comunicazioni satellitari, è da anni alle prese con instabilità e difficoltà economiche. Il coordinatore Fiom Braccini evidenzia che la posizione di tutte le organizzazioni sindacali è sempre stata quella “di pretendere la presenza al tavolo del nuovo acquirente (si parla di un’importante società a maggioranza pubblica), appare quindi incomprensibile come si possa essere arrivare a firmare un accordo senza garanzie”.

L’intesa siglata da Fim Cisl e Uilm Uil presenta “elementi di illegittimità in quanto da una parte si dice che i dipendenti eventualmente interessati all’accettazione dell’incentivo all’esodo dovranno sottoscrivere un accordo individuale, ma la Ids si riserva di rifiutare le candidature dei dipendenti e non riconoscere l’incentivo (si parla di quattr4 mensilità)”. Di fatto, conclude Braccini, non esiste “alcuna volontarietà, sceglie semplicemente l’azienda, così come ha sempre dichiarato in tutti gli incontri”.