Il giudice rigetta il ricorso presentato da Nidil Cgil, Filt e Filcams Firenze, e Ugl e Deliveroo ne approfittano. Il primo per affermare che il tribunale riconosce il lavoro autonomo, il secondo per sostenere che viene legittimato il modello adottato dall’azienda. Ma non è così. “Siamo basiti per quanto dichiarato oggi dall’Ugl, affermazioni che strumentalizzano la sentenza del tribunale di Firenze – sostiene la segretaria confederale della Cgil Tania Scacchetti -. Una sentenza che ci lascia perplessi, ma che non riconosce i rider lavoratori autonomi, come invece dichiarato dall’Ugl. Il giudice ritiene che lo strumento processuale dall’art. 28 L. 300/70 non possa essere utilizzato per l'impossibilità di effettuare approfondimenti istruttori sulla natura dei rapporti dei rider. L'ordinanza pertanto non legittima il modello adottato da Deliveroo, non entra nel merito della qualificazione dei rapporti di lavoro, non si esprime sulla ‘qualità’ dell'accordo sottoscritto da Assodelivery e Ugl né tanto meno sul merito della condotta antisindacale”.

Per la dirigente sindacale è sconfortante che l’Ugl, nonostante abbia sottoscritto un accordo illegittimo, contestato anche dai lavoratori e dal ministero del Lavoro, oggi provi a strumentalizzare l'esito di una sentenza che di altro parla e ad altri si rivolge. “Se la controparte datoriale non si renderà finalmente disponibile a ragionare sull'estensione dei diritti e delle tutele per i rider – conclude Scacchetti - a partire dall'applicazione della contrattazione nazionale vigente, firmata da Cgil, Cisl e Uil, continueremo a mobilitarci, anche per vie legali ottenendo vittorie come quelle già conquistate”.