Nella stagione dei rinnovi il contratto dei lavoratori della sanità pubblica "per noi è dirimente". Lo afferma il segretario generale della Fp Cgil, Serena Sorrentino, ai microfoni di Collettiva. "In tal senso guardiamo alla prossima legge di bilancio - dice -, ma soprattutto al piano di rilancio complessivo per il Paese". Lo strumento del rinnovo non può andare da solo: "Va incrociato con un grande piano di investimenti in sanità, capitalizzando al massimo le risorse europee di cui l'Italia dispone".

La politica per il settore deve seguire alcuni indirizzi. "Bisogna valorizzare la medicina del territorio e riorganizzare la rete ospedaliera. Ma, soprattutto, è necessario aumentare l'attività di ricerca scientifica e di assistenza alle cure, che non si ferma ai servizi sanitari ma si occupa anche del bisogno di salute inteso come assistenza alle persone".

Il prossimo contratto, invece, "deve valorizzare tutti i professionisti della sanità. Vogliamo un rinnovo che abbia come missione fondamentale la valorizzazione degli incarichi e la costruzione di un diverso sistema di classificazione. Serve poi un nuovo piano straordinario di reclutamento, con l'obiettivo di migliorare i servizi ai cittadini e allo stesso tempo alleggerire i carichi di lavoro per gli operatori".

Nel frattempo la Fp, insieme agli altri sindacati di categoria, ha portato a casa un obiettivo importante: è arrivata la firma ufficiale sul contratto nazionale della sanità privata. Lo scorso 8 ottobre nella sede del dicastero, alla presenza del ministro Roberto Speranza, si è concluso il percorso verso il rinnovo atteso da oltre 14 anni. Il contratto, sottoscritto da Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl con le associazioni Aris e Aiop, è relativo al triennio 2016-2018: interessa circa 100 mila lavoratrici e lavoratori, con un incremento medio mensile pari a 154 euro.

Così Sorrentino dopo la firma: “Un risultato importante che, dopo anni di lotte, sancisce un principio fondamentale: stesso lavoro, stesso salario, stessi diritti, per chi lavora nel pubblico come nel privato”. Un contratto frutto di anni di lotte da parte di lavoratori che, per il tempo atteso per il rinnovo, non hanno mai mollato l’obiettivo di affermare il principio di universalità dei diritti che sta alla base del nostro servizio sanitario nazionale.

"Questo contratto non solo riscatta chi lavora in accreditamento - dunque -, ma determina un punto cruciale: si può garantire salute ai cittadini, si può garantire la sicurezza, si può migliorare il generale livello di benessere e di tutela, senza dover sacrificare la valorizzazione del personale".