“Non giudicateci dalle promesse, ma da quello che abbiamo fatto in questi venticinque anni”. A parlare è Marco Comparini, segretario della Fiom provinciale di Pisa. Destinatari dell’appello i suoi compagni di lavoro: le tute blu della Vitesco Technologies srl, un tempo Siemens oggi gruppo Continental. A venti chilometri di distanza uno dall’altro, l’azienda ha due stabilimenti. È la più grande in Toscana nel settore della componentistica auto: 910 dipendenti diretti, un centinaio di addetti in staff leasing e somministrazione. Producono iniettori per motori a benzina. Per ora perché presto dovranno fare i conti con la sfida dell’elettrico. Anzi, in realtà, hanno già iniziato. 

Una partita cominciata male lo scorso novembre quando i vertici della Continental avevano prima avviato lo scorporo di ramo d’azienda e poi comunicato 750 esuberi. La multinazionale tedesca, decisa a passare all’elettrico, avrebbe lasciato così spazio solo alla produzione dei ricambi ma il destino sarebbe stato segnato - con iniettori fino al 2023 e poi il graduale azzeramento della produzione entro il 2028. Quelle, però, sono fabbriche che resistono, che hanno alle spalle una lunga storia sindacale. Uno sciopero di quattro giorni consecutivi, le trattative avviate con la Regione, un solo obiettivo: garanzie per il futuro. Alla fine, nonostante la crisi, quindici giorni fa hanno ottenuto un primo risultato e la sigla di un protocollo di otto punti con cui Vitesco si impegna a investire e ad affrontare un percorso di innovazione tecnologica e riconversione.  Forti di questa conquista i metalmeccanici pisani si trovano adesso a rinnovare i propri delegati. Il voto è in programma dal 22 al 24 luglio. E sarà un’occasione per dare maggior forza proprio ai lavoratori. Ne è convinto Comparini. La Fiom Cgil è stato di gran lunga il sindacato più rappresentativo finora con 11 rappresentanti su 12 e in molti periodi è stato anche l’unico.

La storia delle relazioni sindacali qui è un esempio: già da quindici anni applicano quella riduzione degli orari di lavoro di cui tanto si ragiona in questi tempi di crisi. Lavorare meno per lavorare tutti è pane quotidiano per queste tute blu che fanno turnazioni a 18, 19 e 21 turni con un aumento delle squadre di lavoro e nessun danno per le tasche degli operai. Hanno stretto accordi per permessi retribuiti per i genitori con figli che hanno meno di 8 anni, per dipendenti che hanno familiari con invalidità, per chi fa visite mediche in orario di lavoro, permessi aggiuntivi per i donatori di sangue. E anche dal punto di vista salariale la quattordicesima e il premio di risultato qui non sono chimere. Non solo dopo un anno mezzo di lavoro si viene automaticamente inquadrati al quarto livello del contratto nazionale di lavoro metalmeccanico. 

“Il principio che ci ispira – spiega il segretario generale della Fiom pisana - è uno: come fuori, così dentro la fabbrica, dobbiamo considerarci tutti uguali. Ed è per questo che domani otterremo un altro risultato. Oltre a rinnovare le Rsu dei lavoratori diretti, eleggeremo anche quelle dei somministrati Manpower. Storicamente abbiamo sempre lavorato per trasformare i precari in dipendenti a tempo indeterminato. L’ultimo anno non ci siamo riusciti – è un’impossibilità temporanea – ma intanto abbiamo pensato con la segretaria del Nidil Cgil Daniela Fabbrini di lavorare già in quella direzione. Così le Rsu si muoveranno assieme e assieme assumeranno le loro decisioni. I somministrati avranno sei rappresentanti, i lavoratori diretti dodici. È uno dei primi casi in Italia. Solo qualche giorno fa siamo tornati a riunirci in assemblea tutti assieme all’aperto e rispettando le regole. È stata una delle prime assemblee in presenza svolte in Italia nel settore automotive”.