Sono a casa da marzo e adesso si trovano davvero in difficoltà. Sono i 30mila lavoratori e lavoratrici del settore del turismo di Milano, il primo a risentire dell’emergenza sanitaria e con tutta probabilità anche l’ultimo a uscire dalla crisi, oggi in presidio con i sindacati Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil davanti alla prefettura cittadina. Loredana Tubartu è una di loro (nel video la sua testimonianza), è una lavoratrice dell’albergo a quattro stelle Domina Inn, è scesa in piazza perché non percepisce la retribuzione da tre mesi, la sua azienda non ha voluto anticipare nulla, e l’incognita sul futuro è grande. Il 90 per cento delle strutture è tuttora chiuso, molte probabilmente non riapriranno prima di settembre, ma anche dopo la ripresa sarà lenta e graduale. Per gli operatori degli alberghi gli ammortizzatori sociali di nove settimane previsti dal decreto Rilancio si esauriranno presto (e il pagamento è comunque in ritardo) e a stretto giro finirà anche il divieto dei licenziamenti.

Va peggio ai lavoratori degli appalti alberghieri, cameriere ai piani e facchini: da oltre tre mesi sono senza reddito, ma non possono neppure usufruire in maniera consecutiva degli ammortizzatori sociali e quindi si ritroveranno senza copertura a giugno, luglio e agosto. Mentre le aziende appaltatrici si rifiutano di ricorrere agli ammortizzatori i ordinari, sono partite le comunicazioni di messa in sospensione non retribuita dei lavoratori. Anche gli stagionali e i precari non hanno tutele sufficienti. Una situazione drammatica che sicuramente non terminerà a breve, per la quale i lavoratori chiedono un intervento immediato per avere garanzie occupazionali ed economiche e una prospettiva per il futuro.